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L’Italia che fa viaggiare le merci e le persone sta imparando a guardare oltre

Il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica continua il suo percorso e lo schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri rappresenta un ulteriore importante passo in avanti.

Ad affermarlo è Ennio Cascetta, coordinatore della struttura tecnica di missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, commentando i decreti attuativi della la riforma Madia, ovvero la (come si legge in un articolo on line su FerPress) che fanno parte del complessivo pacchetto di decreti per la riforma della pubblica amministrazione.

“Sebbene non ancora operativi (lo schema di Dl deve passare il vaglio del Consiglio di Stato e ricevere i pareri delle Commissioni Parlamentari), i provvedimenti contenuti nel decreto rappresentano un momento importante di attuazione del Piano, a sua volta approvato dal Consiglio dei Ministri appena cinque mesi fa”, ha aggiunto Ennio Cascetta, sottolineando un aspetto fondamentale: “il cambio di visione che ha animato il Piano e sta animando ora la fase di attuazione.
Mi riferisco innanzitutto alla determinazione con cui si è avviata una nuova stagione di pianificazione dei trasporti e della logistica, in un Paese che per troppi anni si è assuefatto a un tipo di programmazione per progetti in cui la realizzazione delle infrastrutture e, più in generale, le scelte relative ai trasporti e alla logistica, hanno seguito percorsi indipendenti e scollegati, spesso senza un disegno strategico coerente e integrato.

Ciò ha prodotto, per esempio, piani di sviluppo dei singoli porti non coerenti fra loro e con lo sviluppo delle infrastrutture di connessione a terra, o progetti autostradali che non tenevano conto dell’effetto rete rispetto ad altre autostrade esistenti o in programmazione e così via”.

Una metodologia di lavoro che, sempre secondo Cascetta, ha dato luogo”non solo a progetti incoerenti, ma anche ad aspettative eccessive rispetto alle risorse effettivamente disponibili, ad allungamenti dei tempi di realizzazione per la gestione non coordinata delle diverse fonti di finanziamento nazionali e comunitarie, a incertezza sui Piani economici e finanziari che hanno bloccato o molto rallentato gli investimenti di capitali privati”. Finalmente però qualcosa è cambiato.

E ora, conclude il nuovo responsabile della struttura di pianificazione strategica del ministero “rispetto a questo modo di operare si è deciso di cambiare registro, puntando a definire un disegno organico, volto a integrare i diversi settori e modalità di trasporto, superando i localismi e mettendo a sistema le infrastrutture esistenti con le nuove infrastrutture prioritarie.
In questa ottica è stato concepito il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, con 10 obiettivi prioritari a cui corrispondono altrettante azioni e, per ognuna, diverse attività che vanno realizzate con tempi e modalità diverse, ma tutte coerenti con la visione complessiva del piano”.