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La passerella galleggiante sul lago d’Iseo

Ma con la cultura si mangia? Nella zona del lago d’Iseo che per due settimane dal 18 giugno al 3 luglio sarà investita dal «ciclone Christo» la risposta è sì. L’artista noto per aver «impacchettato» monumenti e scenari naturali srotolerà una passerella galleggiante di 3 chilometri tra i paesi di Sulzano e Montisola (l’incantevole isolotto al centro del lago) sul quale giorno e notte, senza interruzione i visitatori potranno camminare. «The floating piers» si chiama l’opera, sbarcata nel Nord Italia dopo essere stata respinta in Argentina, Germania e altre nazioni perché ritenuta troppo difficile da realizzare.

Duecentomila blocchi galleggianti. Qualche numero basta a descrivere l’impatto che l’installazione di Christo avrà sul territorio. Sono attesi 500 mila visitatori in 15 giorni, con punte superiori ai 40 mila nei fine settimana; l’intera impresa, totalmente pagata dall’artista, darà lavoro a 750 persone (accoglienza, sicurezza, operai, indotto) e ha un costo di 15 milioni di euro (progettazione compresa). I 200 mila blocchi galleggianti che compongono il ponte sono prodotti dalla Artigiana Stampi di Manerbio (Brescia) che da mesi sta lavorando senza sosta. E se si va sul sito Booking.com cercando di prenotare una camera nei giorni successivi all’inaugurazione si viene avvertiti che in tutta la zona del lago i posti sono già prenotati all’88%.

L’amicizia con gli industriali Beretta. Raccontano che il legame tra Christo e Iseo nasca dall’amicizia che unisce l’artista alla famiglia bresciana Beretta, gli storici produttori di armi, proprietari tra l’altro dell’isolotto di San Giorgio, anch’esso destinato a essere «circumnavigato» dalla passerella. Christo, dal canto suo, in questi giorni intensifica la sua presenza in Lombardia e ha iniziato un giro di incontri nelle città e i paesi della zona per raccontare la sua opera: «Mettevi gli occhiali da sole, toglietevi le scarpe, camminate e fate il bagno: è la cosa più sexy che ci sia» dice lasciando gli astanti a bocca aperta. Wolfgang Volz, stretto collaboratore dell’artista, spiega come è nato «The floating piers»: «Da anni pensavamo a qualcosa del genere: ci ha colpito l’atmosfera carica di nostalgia del lago ma anche il fatto che non sia preso d’assalto dal turismo. Il significato dell’opera? Nessuno: sedetevi sulla passerella e godetevi i suoi dolci movimenti».