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Istat, l’Italia frena “nel breve termine”

“Nel breve termine” l’economia italiana segnerà un rallentamento del suo ritmo di crescita. E’ quanto prevede l’Istat nella sua nota mensile. Gli esperti dell’istituto di statistica osservano infatti che “l’economia italiana continua a crescere con un ritmo moderato, caratterizzato dal consolidamento del contributo positivo della domanda interna alla crescita del Pil.

Il principale motore della crescita è costituito dai consumi ai quali si accompagna anche un miglioramento degli investimenti”. “In presenza di alcuni segnali di debolezza delle attese delle imprese e degli ordinativi della manifattura, l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana – aggiungono – ha segnato un’ulteriore discesa, suggerendo il rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine”.

Per quanto riguarda i prezzi, l’inflazione resterà negativa nei prossimi mesi, e solo nel prossimo autunno ci potrà essere un recupero. Per gli esperti dell’Istat, infatti, “nel quadro di spinte interne sui prezzi moderate e in assenza di mutamenti sostanziali dello scenario internazionale, l’inflazione dovrebbe rimanere appena negativa o vicino allo zero ancora nei mesi estivi con un possibile recupero a partire dall’autunno” spiegano gli esperti dell’istituto di statistica.

L’analisi non rende meno ottimista sul futuro il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “C’e’ un indebolimento delle aspettative ma attendiamo i dati definitivi, continuo ad essere fiducioso, dice. “L’Italia”, aggiunge, “va meglio di altri Paesi”. “La ripresa si rafforza e continuerà a farlo nei prossimi trimestri ed anni”. Lo ha affermato Pier Carlo Padoan, concludendo i lavori del seminario ‘Fare casa’ al Mef.

Critici invece i commenti dei sindacati e dei consumatori. Per il presidente del Codacons Carlo Rienzi, “occorre considerare che negli anni della crisi economica la spesa delle famiglie si è ridotta di 80 miliardi di euro, una cifra abnorme che richiederà anni e anni per tornare ai livelli di spesa pre-crisi. I timidi segnali di ripresa degli acquisti non possono apparire al momento rassicuranti né sono sufficienti ai fini di una ripresa consolidata dell’economia: servono misure per un rilancio definitivo dei consumi, provvedimenti sui quali il Governo è stato finora latitante, preferendo occuparsi delle banche” mentre secondo Adusbef-Federconsumatori “tutti i dati non fanno altro che confermare la fase di incertezza e instabilità che ancora caratterizza il nostro sistema economico. C’è sempre un “ma” a frenare gli ottimismi e la ripresa”.

A giudizio del segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, “la ripresa è troppo debole, non decolla per niente, perché non si affrontano i nodi strutturali veri”. “Questo Paese per riprendersi, per essere competitivo e creare vera occupazione – ha spiegato – deve scommettere fino in fondo sull’economia reale, che vuol dire fare investimenti pubblici e privati come da tempo noi chiediamo, nelle infrastrutture innanzitutto, ma anche sul tema della conoscenza, innovazione e ricerca”.