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Infrastrutture e dissesto: assegnazione dei fondi

«La prossima settimana avremo una nuova riunione della cabina di regia» sull’uso delle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 «in cui credo che prenderemo decisioni importanti per le allocazioni su infrastrutture e rischio idrogeologico».
Lo ha detto il sottosegretario a Palazzo Chigi, Claudio De Vincenti, in audizione sui fondi strutturali in commissione Politiche Ue al Senato.

De Vincenti ha inoltre chiarito, rispondendo a una domanda, che «i fondi per il rischio idrogeologico non sono ripartiti secondo la logica dell”80% al Mezzogiorno e il 20% alle regioni del Centro Nord», come invece lo sono le altre risorse del Fsc. Una novità non da poco, perché il maggior fabbisogno di opere anti-dissesto è concentrata al Centro-Nord, e la struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura era da tempo preoccupata del vincolo dell’80% al Sud sull’Fsc. De Vincenti ha anche rassicurato sulla rendicontazione della spesa dei programmi Fesr-Fse 2007-2013 e aggiornato sullo stato della ripartizione dei fondi Fsc 2014-2020. Vediamo.

Per quanto riguarda il Fondo sviluppo e coesione nel periodo 2014-2020 – ha detto De Vincenti – «la legge di Stabilità 2014 aveva deliberato una previsione di allocazione complessiva di 54,810 miliardi sul Fsc però sempre nella stessa Stabilità si era proceduto a stanziare 43,848 miliardi, cioè l’80% dei 54. Quindi 11 miliardi non sono ancora stati stanziati (saranno assegnabili dal 2019, ndr). Circa 5 miliardi di queste risorse sono inoltre state utilizzate per interventi individuati dal Parlamento: in particolare opere, soprattutto al sud, che richiedevano immediato avvio. Questo spiega perché oggi noi parliamo di 38,851 miliardi a disposizione del Fsc».
«La stessa Stabilità 2014 – ha ricordato sempre De Vincenti in audizione al Senato – ha stabilito che l”80% delle risorse del Fsc devono essere destinate al mezzogiorno e il 20% alle regioni del centro-nord. I 38,8 miliardi già stanziati devono essere ripartiti così: 31,1 miliardi per il sud, 7,7 miliardi per le altre regioni del centro-nord. Alcune allocazioni sono già state definite con delibere Cipe e con provvedimenti di legge. Tra i più importanti ricordo i 3,5 miliardi stanziati, con delibera Cipe, per il piano bando ultralarga, di cui 2,2 miliardi stanno partendo con i bandi per le aree a fallimento di mercato. L’altro utilizzo già disposto è, con la Stabilità 2016, il credito d’imposta per il mezzogiorno che ammonta a 1,498 miliardi su 4 anni».

«Sulla programmazione 2007-2013» dei fondi strutturali «noi diamo una valutazione molto positiva della situazione. Segnalo che noi abbiamo concentrato gli sforzi nel 2015 per completare i pagamenti. In questa fase, dopo il 31 dicembre, è andato avanti il processo di caricamento statistico da parte delle regioni e dei Pon dei dati circa i pagamenti. Sono rimaste indietro le cosiddette certificazioni, per cui c’è tempo fino al 31 marzo dell’anno prossimo».

Lo ha detto sempre il sottosegretario a Palazzo Chigi, Claudio De Vincenti, in audizione sui fondi strutturali in commissione Politiche Ue al Senato.
«Il caricamento dei dati al 31 dicembre – ha aggiunto – era al 93%, al 29 febbraio siamo arrivati al 96,5% del caricamento dei pagamenti effettuati nel 2015 e il caricamento continua ad andare avanti. Quindi siamo confidenti di aver raggiunto almeno il 100% dei pagamenti nel 2015. Alla fine del caricamento siamo confidenti che le spese saranno comprese tra il 99% e il 103%».

Per quanto riguarda la programmazione dei fondi strutturali 2014-2020 – ha spiegato De Vincenti – «abbiamo avuto il grande risultato dell’ok da parte dell’Europa di tutti i Pon e i Por. Si tratta di grandi allocazioni per 51,771 miliardi di programmi, di questi ai Pon (Programmi operativi nazionali; Ndr) vanno 16,86 miliardi e ai Por (Programmi operativi regionali; Ndr) 35,685».

De Vincenti ha quindi chiarito che dei 51,771 miliardi di fondi «una parte importante è dedicata alle infrastrutture (circa 12,4 miliardi); 12,550 miliardi sono impegnati per i programmi di sviluppo economico e produttivo e sviluppo delle imprese; 17,513 miliardi per programmi di occupazione, inclusione sociale, lotta alla povertà, istruzione e formazione; 3,585 miliardi per l’obiettivo ambiente; 3 miliardi per il rafforzamento della P.a. e 2 miliardi per il rafforzamento turismo-cultura».