Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Industria, Csc stima produzione +0,9% in gennaio

Il centro studi di Confindustria (CsC) stima in gennaio una produzione industriale in crescita dello 0,9% rispetto al mese precedente. Il dato negativo di dicembre, spiega il CsC, è stato inferiore alle stime (+0,2%) e a quelle di consenso (+0,3%) e si è mosso in direzione opposta rispetto a quanto segnalavano gli indicatori qualitativi, tutti aumentati (fiducia Istat, Pmi Markit).
Secondo gli economisti di Viale dell’Astronomia, il calo «potrebbe essere riconducibile a un problema statistico legato al calendario: il 7 dicembre, lunedì, era possibile un ponte e i dati sui consumi elettrici dicono che l’attività produttiva ne è stata negativamente influenzata. Infatti, un giorno di lavoro in meno nel mese comporta circa 3 punti percentuali sulla variazione rispetto a un anno prima; ma i programmi statistici di destagionalizzazione correggono solo per il numero di giornate lavorative del calendario ufficiale e non per i giorni effettivamente lavorati». Problema analogo si è registrato in altri paesi europei: in Germania -1,2% (contro +0,2% atteso), in Francia -1,6% (+0,2% atteso), in Spagna -0,2% (+0,5% atteso).

Ma se nel quarto trimestre del 2015 si è avuto un arretramento dello 0,1% sul terzo (dopo +0,2% nel terzo sul secondo) nel 2015 l’attività è aumentata dell’1,7% (+1,0% a parità di giornate lavorative), stima ancora il CsC. La variazione acquisita nel primo trimestre, dunque, è di +0,3% e pur in un contesto di minore ottimismo tra le imprese, «gli indicatori qualitativi anticipatori per il manifatturiero puntano a una dinamica positiva della produzione», spiega ancora il centro studi di Confindustria.

Secondo i direttori degli acquisti (indagine Pmi Markit) gli ordini manifatturieri in gennaio sono cresciuti a un «ritmo robusto» (indice a 54,4 da 58,0, massimo da quasi cinque anni) grazie al «rafforzamento della domanda interna» visto che quella estera «ha continuato ad aumentare a un ritmo meno vivace». Anche le attese di produzione di fonte Istat «segnalano un andamento positivo», concludono gli economisti di Viale dell’Astronomia che però avvertono: «l’ampliamento del gap tra indicatori qualitativi e dati di produzione effettiva suggerisce, tuttavia, che la dinamica dell’attività rilevata dall’Istat potrebbe essere meno vivace di quanto atteso».