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Il settore dell’automotive continua a investire nell’hi-tech

Settanta vittime. Tante se ne contano, ogni giorno, sulle strade del Vecchio Continente. Un numero impressionante. La stima è attendibilissima, perché la fonte è autorevolissima: il Consiglio d’Europa per la Sicurezza dei Trasporti. In Italia, tanto per rimanere dalle nostre parti, se ne annotano una decina. Sempre quotidianamente, purtroppo.

Da una parte ci sono automobilisti poco rispettosi delle regole; dall’altra quanti cercano, in tutti i modi, di prevenire e reprimere questo triste fenomeno.

Quante vite si sono spente atrocemente per disattenzione, eccesso di velocità, per abuso di alcol o di sostanze stupefacenti? Il tutto, nonostante la tecnologia abbia contribuito, e contribuisca, a rendere le vetture ancora più sicure oltre che maggiormente performanti.

Ma le dotazioni hi-tech servono a poco se chi è al volante pensa di essere in un autodromo o libero di fare quello che vuole, preso da una sorta d’incomprensibile e ingiustificato delirio di onnipotenza.

Tra le tante novità che attirano curiosità e apprezzamento c’è lo specchietto retrovisore digitale. Già approvato dall’NHTSA (l’Ente americano per la sicurezza), di recente, autorizzato in Giappone.

Si tratta di piccoli schermi che catturano e rimandano all’attenzione del guidatore quello avviene negli angoli più nascosti e retrostanti la macchina, grazie a delle telecamere poste in maniera smart. Possono sostituire pure quelli laterali.

Alcune case automobilistiche lo hanno già installato su macchine di gamma alta. Si tocca e, in un battibaleno, visualizza quello che accade dietro. Non male, insomma. Con un semplice touch si acquisiscono immagini e info utili.