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Il Gottardo apre tra due mesi: le opportunità e i rischi per il Nordovest

Sarà l’apertura del Gottardo tra meno di due mesi la variabile più importante per il futuro della logistica nell’area del Nord-Ovest. La prima galleria di base ferroviaria in pianura lungo la direttrice nord-sud chiama in causa l’intero sistema della logistica, riunito negli Stati generali di Novara, appuntamento organizzato dalle Regioni Piemonte, Lombardia e Liguria.

Una straordinaria opportunità, il Gottardo, per il sistema porti e per le piattaforme logistiche del territorio. Un’area che genera oltre un terzo del Pil nazionale, il 40% dell’export, il 37% dei volumi di traffico dell’Italia, in riferimento soprattutto al sistema industriale di Piemonte e Lombardia, e con un sistema portuale che veicola più della metà del traffico container nazionale verso i paesi extra Ue. Ma che sconta una copertura infrastrutturale non allineata al peso economico, deve lavorare sull’integrazione delle reti, dei servizi e incrementare la quota di merci movimentate su ferro.

Una straordinaria opportunità il Gottardo, si diceva, ma anche un rischio se non si sarà in grado di ottimizzare i vantaggi della nuova galleria e valorizzare la catena logistica italiana rispetto a quella tedesca. «Oggi almeno 500mila teu di merci italiane – ricorda Edoardo Rixi, assessore allo Sviluppo economico e ai porti della Liguria – scelgono la via dei porti del Nord Europa piuttosto che i porti italiani e liguri in particolare». Nella partita naturalmente giocano un ruolo fondamentale i due corridoi europei Ten-T, per collegare i porti liguri alle aree europee e come parte del corridoio mediterraneo.

La data di entrata in funzione del Terzo valico, opera realizzata al 9%, è il 2021, come ricorda Iolanda Romano, a due mesi dalla nomina a commissario. Per la Torino-Lione il 2029. Nel frattempo la lista delle azioni necessaria è lunga. Sul fronte piemontese, come ricorda il commissario per la Torino-Lione Paolo Foietta, la messa a punto ad esempio del collegamento merci su ferro tra Savona Vado e la piattaforma di Orbassano, oltre a incentivi economici per sostenere il trasporto merci sull’attuale linea ferroviaria del Frejus, scesa a quota 3 milioni di tonnellate, «per non arrivare al 2029 con una intermodalità da ricostruire ex novo e alla luce del fatto che l’interscambio Italia-Francia vale 73 miliardi».

La sfida per il sistema della portualità ligure sottolinea Lorenzo Forcieri, presidente di Ligurian Ports, «è non soltanto recuperare quel mezzo milione di teu di merci italiane che scelgono i porti del Nord Europa, ma anche aggredire nuove quote di mercato sul fronte dei trasporti, guardando all’intera Italia, per evitare che alla luce degli investimenti ingenti sui tre scali liguri ci si trovi in una situazione di sovracapacità rispetto al fabbisogno». Una prima risposta concreta arriva grazie alla sottoscrizione di un memorandum da parte dei tre interporti piemontesi, Orbassano, il Cim di Novara e Rte di Rivalta, per avviare azioni di sviluppo e promozione comuni.