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Fs: Padoan, valorizzazione holding

“La proprietà della rete resta pubblica, fermo restando la separazione fra proprietà e gestione”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, durante l’audizione in commissione Trasporti della Camera nell’ambito dell’esame dello schema di decreto del presidente del Consiglio per la definizione dei criteri di privatizzazione e delle modalità di dismissione della partecipazione detenuta dal Mef nel capitale di Ferrovie dello Stato.

“Il modello di valorizzazione della holding – ha aggiunto il ministro – è quello più efficiente come dimostrato dalle esperienze passate di Eni, Enel e pure Poste”.
“Fs è una delle più grandi realtà industriali del Paese, con circa 70mila dipendenti, oltre 8mila treni al giorno, circa 600 milioni di passeggeri e 50 milioni di tonnellate di merci all’anno su una rete di oltre 16.700 chilometri, di cui 1000 dedicati all’alta velocità”. Il ministro ha poi ricordato: “Nel 2014 il gruppo ha registrato ricavi per circa 8,4 miliardi, con un risultato operativo di circa 660 milioni e un utile d’esercizio di 303 milioni. E ha un patrimonio netto consolidato di circa 37,5 miliardi. Fs rappresenta un’azienda strategica e un’infrastruttura chiave”. Gli obiettivi della quotazione, ha evidenziato Padoan durante l’audizione, sono “lo sviluppo ulteriore del gruppo, sia come business che come qualità del servizio, la creazione di un azionariato diffuso e il reperimento di risorse da destinare a ridurre il debito pubblico”. I tempi della privatizzazione ha poi sottolineato “dipenderanno dall’efficienza nella gestione per ottenere il massimo ricavo da questa operazione”.

Obiettivi della privatizzazione di Fs, ha aggiunto il ministro, sono “lo sviluppo ulteriore del Gruppo, la creazione di un azionariato diffuso, il reperimento di risorse finanziarie per la diminuzione del debito pubblico”. Il processo di quotazione determinerà una “rafforzata trasparenza” anche dal punto di vista contabile “tra infrastruttura e trasporto”.

“Il governo – ha concluso il ministro – come è noto porta avanti un programma di privatizzazione”, con un triplice obiettivo, tra cui “ridurre il debito pubblico”. Da queste privatizzazioni si stima che “tra il 2016 e il 2018 possa comportare per l’erario entrate pari allo 0,5 del Pil all’anno”. Gli introiti derivanti dalla quotazione di Fs “saranno destinati per legge esclusivamente al fondo ammortamento dei titoli di Stato” e saranno destinati alla “riduzione.