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Ferrovie: nel 2017 i lavori per AV/AC Brescia-Verona

Partiranno nel 2017 i lavori per proseguire la costruzione della linea ferroviaria ad alta capacità Milano-Venezia oltre Brescia, e cioè per la tratta Brescia-Verona, dopo che – secondo le previsioni – alla fine del 2016 saranno conclusi i lavori sulla Treviglio-Brescia (oggi all’88%) e attivato l’esercizio passeggeri. Ad annunciarlo è stato l’amministratore delegato di Fs Italiano, Renato Mazzoncini, a margine della presentazione dell’Addendum al contratto di programma Rfi, l’11 febbraio.

Il progetto della Brescia-Verona, approvato nel preliminare addirittura nel 2003 ma finanziato solo nel 2014, prevede una nuova tratta ad alta velocità/capacità lunga circa 73 km, con due interconnessioni (di 7 km totali) con la linea esistente. Ulteriori 10 km di attraversamento urbano collegheranno la linea alla stazione di Verona.

Nel progetto definitivo, consegnato dal general contractor nel settembre 2014, è previsto un costo di 3.954 milioni di euro, di cui al momento finanziati per 2.268 grazie a legge di Stabilità 2014 e Sblocca Italia 2014. Il general contractor è Cepav Due (Saipem 52%; Società Italiana Condotte d’Acqua 12%; Impresa Costruzioni G. Maltauro 12%; e Impresa Pizzarotti & C. 24%).
A dicembre 2014 è stato sottoscritto tra Rfi e Cepav Due l’accordo per contrattualizzare la realizzazione dell’opera per lotti costruttivi. La formalizzazione avverrà con l’Atto Integrativo (l’Addendum ala concessione del 1991 che assegnò senza gara le tratte Tav, ancora valida), che sarà firmato dopo la delibera Cipe di approvazione del progetto definitivo e di assegnazione a Rfi delle risorse finanziarie per avviare il primo lotto costruttivo. Nel dicembre 2014 l’allora ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e il suo capo Struttura Ercole Incalza fecero un comunicato per annunciare che entro al metà del 2015 la Brescia-Verona Av/Ac avrebbe avuto il progetto definitivo approvato e l’Addendum firmato, per poi avviare i cantieri entro fine anno. Si trattava evidentemente di una previsione irrealistica, ma soprattutto di una spinta ad accelerare l’opera e rassicurare le grandi imprese.

L’iter approvativo è durato per tutto il 2015, con un parere della Regione Lombardia già a gennaio che Rfi definì pieno di «rilevanti prescrizioni, tra cui quella di rivedere la soluzione per l’ingresso Est a Brescia (salto di Montone) con il quadruplicamento della linea storica». Oggi Rfi non vuole rivelare nulla sullo stato dell’iter, e non è chiaro se l’avvento del Ministro Delrio e del nuovo capo della Struttura di missione Ennio Cascetta, che stanno spingendo per riprogettare tutte le opere in un’ottica low cost e di effettiva risposta a una domanda di servizio (in piena intesa con i nuovi vertici Anas e Fs) possa portare a ripensamenti del progetto, come si chiede da molte parti, per ridurre costi e impatto ambientale, da una parte, e aumentare le connessioni con le città intermedie, dall’altra.

Le certezze sono per ora due: 1) Rfi vuole una nuova tratta, perché comunque l’attuale Brescia-Verona (e poi Verona-Padova) anche se ammodernate tecnologicamente non bastano in prospettiva a intercettare la domanda di traffico prevista. Questo potrebbe però non escludere l’ipotesi di una nuova tratta in affiancamento all’esistente, di fatto un quadruplicamento; 2) l’Ad di Fs Mazzoncini ha annunciato che nel 2017 partiranno i lavori.