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Ferrari, operazione “riscatto rosso”. Vettel: «Ora vogliamo vincere»

La danza della pioggia per l’ultimo saluto a «Eva», la Ferrari dell’anno scorso sulla quale ieri Sebastian Vettel ha girato a Le Castellet per provare i nuovi pneumatici da bagnato della Pirelli.

Chiusa questa appendice del 2015 con 134 giri e il miglior tempo sul circuito francese, irrigato da pioggia artificiale per simulare condizioni estreme, per il quattro volte campione del mondo saranno settimane di lavoro intenso. Palestra, corsa, nuoto e l’amata bici, poi sessioni al simulatore di Maranello per mettere a punto la nuova monoposto.
La macchina del riscatto rosso, quella che, a meno di cambi di programma, sarà svelata il 19 febbraio in streaming sul web. Tre giorni dopo accenderà i motori sull’asfalto di Barcellona nel primo test ufficiale del 2016. Un passaggio fondamentale per capire, almeno in linea generale, le virtù di una vettura progettata per riportare il Mondiale a casa dopo anni di digiuno (ultimo titolo piloti nel 2007 con Raikkonen).

Sergio Marchionne vuole un successo già al debutto, il 20 marzo a Melbourne. Seb raccoglie il messaggio: «È normale, qui tutti vogliamo vincere. Certo, sarebbe bello partire così. Ma se non succederà dobbiamo ricordare che Melbourne è solo il primo dei 21 GP. Il gap con la Mercedes era ampio l’anno scorso, poi ci siamo avvicinati nel finale di stagione». Due-tre decimi dicono le statistiche.

La Ferrari «667» — questo il codice interno del progetto, ma il nome definitivo sarà un altro — deve colmare la distanza dai campioni e superare i loro progressi. Soluzioni estreme quelle scelte dalla mente tecnica James Allison — muso corto, sospensione anteriore push rod anziché a tiranti e coda molto più stretta, fra le novità principali — che ha firmato la sua prima Rossa.

L’inglese ora rifiaterà dopo aver fatto il doppio lavoro e consumato smartphone e tastiere per restare sempre collegato con Maranello da ogni angolo del mondo: potrà passare più tempo in fabbrica a curare lo sviluppo e meno in pista. Il suo braccio destro ha debuttato nella due giorni al Paul Ricard: Jock Clear, 52 anni, è il direttore tecnico di pista che mancava dai tempi di Pat Fry. Inglese come lui, è stato l’ingegnere di Jacques Villeneuve quando vinse il campionato del mondo. Ma soprattutto era una delle figure chiave del rilancio Mercedes: i tedeschi lo hanno lasciato andare dopo un anno di riposo obbligatorio, prassi comune a certi livelli per evitare il travaso di segreti sensibili.

È Clear il volto nuovo della Ferrari 2016 che cambia forma e schemi: i compiti del direttore sportivo saranno ripensati dopo il trasferimento di Massimo Rivola al vertice dell’Academy, il programma per giovani piloti. È prevista una redistribuzione delle mansioni: Diego Ioverno, responsabile delle operazioni in pista, rappresenterà la squadra davanti alla direzione di gara nelle dispute sportive e regolamentari. Non c’è un terzo pilota: il messicano Esteban Gutierrez è stato promosso titolare nel team Haas, mentre Jean Eric Vergne resta confermato come pilota di simulatore.