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Effetto-codice sugli appalti, crollo a maggio numero e importo

I dati di maggio del mercato dei bandi pubblici sono da paura: -26,2% per il numero di gare e -84,8% per il valore delle opere rispetto allo stesso mese del 2015. L’entrata in vigore del nuovo codice appalti del 19 aprile, ha paralizzato l’attività delle stazioni appaltanti. A pesare è stata soprattutto la mancanza di un periodo transitorio che avrebbe dato un po’ di respiro agli enti in questa delicata fase di rinnovamento normativo. Per far ripartire il settore ci vorrà ancora qualche mese, ma al momento i lavori pubblici stanno vivendo una fase di blocco quasi totale (anche nei primi giorni di giugno, infatti, permane lo stallo).

Cresme Europa Servizi che ha rilevato il mese scorso 993 bandi per 280,8 milioni contro i 1.346 avvisi (-26,2%) per 1,846 miliardi dell’anno prima (-84,8%). Con questi numeri il mercato 2016 ha raggiunto nei primi cinque mesi 7.001 bandi (+1,2%) per 7,128 miliardi (-17,5%).

I cambiamenti normativi (no all’appalto integrato, obbligo di offerta economicamente più vantaggiosa sopra il milione di euro, commissioni di gara esterne) hanno coinvolto tutte le fasce d’importo dei bandi ma in maniera superiore quella oltre il milione di euro.

La fascia tra uno e cinque milioni ha totalizzato 45 bandi (-74%) per 78,8 milioni (-78%), tra 5 e 15 milioni sono stati indetti 6 avvisi (-78%) per 51,1 milioni (-79%), tra 15 e 50 milioni è stata pubblicata una sola gara (contro le 4 di maggio 2015) dal valore di 27,2 milioni (-80%).
Nessun bando oltre i 50 milioni è uscito sul mercato mentre un anno fa le maxigare erano nove per 833 milioni complessivi. Sommando tutti i bandi sopra al milione promossi a maggio, la differenza è ancora più eclatante: i 52 bandi per 157 milioni corrispondono a un calo del 76% per il numero e del 90% per i valori. In calo anche le fasce sotto il milione: tra 150mila e 500mila euro sono state promosse 192 gare (-45%) per 53,8 milioni (-46%), mentre tra 500mila euro e un milione sono stati rilevati 59 avvisi (-66%) per 43,9 milioni (-66%).

Chi a mandato in gara le opere con il vecchio codice non ha incontrato le difficoltà che stanno attraversando gli enti da diverse settimane. La principale stazione appaltante italiana – l’Anas – il mese scorso ha indetto solo 6 procedure (50 in meno rispetto a maggio 2015) per appena 1,3 milioni (erano 60,2 milioni un anno fa). Al palo anche le Ferrovie con 5 avvisi (-64%) per 1,7 milioni (-98%).

Le amministrazioni comunali cedono nel periodo oltre 200 bandi (644 contro 846, -23,9%) per 460 milioni (120 milioni contro 581, -79%). Le aziende speciali hanno promosso 57 gare (-42%) per 52,6 milioni (-92%), Asl e ospedali 24 gare (-61%) per 1,7 milioni (-98%), l’edilizia abitativa ha mandato in gara 13 procedure (-66%) per 4,6 milioni (-77%).

Il Nordovest (-4,7%) e il Nordest (-10%) hanno tenuto sul numero dei bandi ma hanno registrato perdite considerevoli nei valori (rispettivamente -78% e -83%). Peggio hanno fatto le altre aree: nel Centro -23% per i bandi e -77% per gli importi, al Sud -40% e -92%, nelle isole -40% e -55 per cento.

Il bando più rilevante è quello di Bracciano ambiente che affida la concessione relativa alla progettazione definitiva, esecutiva, realizzazione e gestione di un ecodistretto in via Settevene Palo, località Cupinoro. L’operazione complessiva vale 338 milioni ma la quota lavori ammonta a 27,2 milioni.

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