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Continua il dialogo fra imprese e sindacati

Soddisfatti per l’intesa. Che arriva a stretto giro, dal momento che il confronto tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil si è avviato all’inizio dell’estate. «Si tratta di un secondo step importante. Dopo l’accordo di luglio sulla detassazione dei premi di produttività per le pmi abbiamo aggiunto un altro tassello di un discorso che continuerà in questa logica di dialogo su obiettivi comuni che ci siamo dati come metodo di lavoro», sono state le parole di Vincenzo Boccia, al termine dell’incontro di ieri. «Adesso si aprono altri fronti sui quali proseguire il confronto», ha continuato il presidente di Confindustria. «Le nostre – ha aggiunto – sono proposte concrete per dare una risposta responsabile che superi le logiche emergenziali. Un ulteriore passo avanti verso una visione organica della questione industriale italiana».

Ieri sul tavolo c’erano le politiche del lavoro, in particolare una gestione innovativa delle crisi e ristrutturazioni aziendali. Un argomento importante, vista la situazione congiunturale che vede molte aziende ancora in difficoltà. Ma il significato dell’intesa, il cui testo ieri è già stato inviato al governo, va oltre i contenuti specifici, come ha sottolineato la numero uno della Cgil, Susanna Camusso: «C’è una stagione diversa. Questo accordo ci dice che le parti sociali sono in grado di fare accordi e proposte e rivendicare un’interlocuzione con il governo che non sia estemporanea, ma che provi ad affrontare i temi concreti del lavoro». Camusso ha anche evidenziato che la proposta comune «ha un valore politico, perché segna una discontinuità rispetto a quello che abbiamo visto negli anni».

Per Annamaria Furlan, leader della Cisl, l’accordo di ieri ha messo in evidenza l’atteggiamento responsabile delle parti sociali, premessa per sollecitare il governo «ad assumersi la propria responsabilità e prolungare gli ammortizzatori sociali, perché le aziende hanno bisogno di più tempo». È un «bell’accordo – ha aggiunto – in cui le parti si assumono la responsabilità di contribuire nelle situazioni di crisi a mettere al centro il lavoro, i lavoratori, la loro ricollocazione e formazione, riportando questi elementi nella contrattazione».

La scelta responsabile sottolineata dalla Furlan è che imprese e sindacati sono disponibili all’uso dei propri fondi interprofessionali per attivare meccanismi di formazione e ricollocazione dei lavoratori. Per la Furlan è questo il cuore del documento di ieri. Una proroga, ha spiegato ancora la Furlan, «che potrebbe variare da uno a due anni a seconda che ci si trovi di fronte ad una crisi complessa o no». La soluzione, inoltre, ha aggiungo il segretario generale della Cisl, «ci sarebbero costi inferiori a quelli che il governo sostiene attualmente concedendo la mobilità e la cig in deroga».

«Abbiamo già inviato il documento al governo perché dobbiamo fare tutti la nostra parte. Bisogna programmare più risorse per gli ammortizzatori sociali e gestire le aree di crisi complessa», ha commentato uscendo il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo. La sua preoccupazione è «evitare che i lavoratori restino in mezzo al guado, rischio che si corre con le attuali norme». Il segretario generale della Uil ha sottolineato l’importanza dell’intesa e della ripresa del dialogo con Confindustria: «sono un fatto decisamente importante e sono peraltro propedeutici anche al prosieguo del confronto sugli altri capitoli, a cominciare dalla riforma delle regole della contrattazione e delle relazioni industriali».