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Cinture di sicurezza non allacciate: a rischio sospensione patente

Se ne infischiano di indossare le cinture di sicurezza. Almeno un automobilista su cinque, a quanto pare, le snobba. Le motivazioni, a giustificazione di un tale deplorevole atteggiamento, sono molteplici. Parecchio fantasiose, a volte. Quanti commettono questa infrazione al Codice della strada (art.172) le ritengono superflue, soprattutto nei tragitti brevi. Quelli, per intenderci, all’interno della città.

Basta fermarsi in prossimità di un impianto semaforico, una volta scattato il rosso, per vedere un plotoncino di automobilisti teoricamente passibili della sanzione amministrativa. A poco valgono, per costoro, le martellanti pubblicità che richiamano a una condotta di guida sicura.

E dire che l’obbligo di allacciare le cinture ha contribuito a salvare la vita a centinaia di migliaia di persone.

E’ un’indagine demoscopica realizzata dalla “Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale”, in collaborazione con Ipsos, a confermare che, in Italia, un guidatore su cinque non le utilizza correttamente. Questo dispositivo “salvavita” non è inteso come tale ma, purtroppo, percepito come un obbligo inutile e vessatorio.

Quadretto d’insieme ancora più desolante se si passa, dal guidatore, ai passeggeri che occupano i sedili posteriori: il 52% dichiara di non utilizzarle. «Siamo preoccupati – ha sottolineato Umberto Guidoni, Segretario generale della “Fondazione Ania” – perché le cinture sono sistemi di sicurezza importantissimi anche in ambito urbano, fondamentali per salvare vite umane ed evitare gravi lesioni in caso di incidente». Stando agli ultimi dati Aci-Istat, nelle aree urbane si verificano oltre il 75 % degli incidenti, che determinano il 44,5 % dei morti e il 71,8 % dei feriti totali.

Un ulteriore motivo di riflessione: oltre il 70% degli italiani, ha fatto emergere l’indagine, ignora che, nel caso in cui l’infrazione sia sanzionata almeno due volte nell’arco di due anni, si incorre nella sospensione della patente da quindici giorni a due mesi.