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Armani (Anas) all’Antimafia: «Diamo più poteri alla PA»

Il presidente dell’Anas Gianni Armani ha presentato sei proposte da inserire nei decreti di recepimento della delega appalti ai fini di rendere più severe le norme anti-mafia e anticorruzione negli appalti pubblici. L’obiettivo di Armani sembra essere soprattutto quello di potenziare le azioni possibili, da parte delle amministrazioni appaltanti, nei confronti delle imprese in odore di mafia, sia sul fronte della prevenzione sia negli interventi post-inchieste della magistratura o post interdittive antimafia delle Prefetture.

Riforma appalti, le proposte di Armani per il nuovo Codice appalti

1) Antimafia revocata, contratto risolto. «Espressa possibilità per la stazione appaltante di risolvere il contratto con il soggetto nei cui confronti è stata emessa interdittiva antimafia (salvo diverse indicazioni da parte della Prefettura competente ). Oggi infatti, se la prefettura revoca l’antimafia a un’imprese, la Pa non può automaticamente rescindere un contratto in corso.

2) Sempre a seguito di interdittiva antimafia, Armani suggerisce di prevedere «espressa previsione di esclusione dalle gare in corso delle ditte concorrenti che, in occasione delle verifiche antimafia effettuate preliminarmente alla stipula di contratti relativi ad altri lavori già aggiudicati, siano state colpite da interdittiva antimafia »

3) Albo Anas delle imprese pre-qualificate. Così Armani: «Prevedere la facoltà per le stazioni appaltanti di istituire con bando aperto un apposito albo di qualificazione degli operatori economici cui attingere per gli affidamenti fino alla soglia comunitaria nel caso di ricorso a procedure negoziate senza pubblicazione del bando di gara. In tal modo si potrebbe effettuare una verifica antimafia preventiva mantenendo nell’albo le sole imprese “sane”».

4) Subito la Banca dati Antimafia. «Immediata disponibilità delle informazioni contenute nella Banca Dati Antimafia, in via di attuazione». Armani chiede anche l’allargamento delle “white list” antimafia anche a quelle imprese che non svolgono attività c.d. sensibili (produzione calcestruzzo, forniture inerti, noleggio macchine, trasporto rifiuti, etc…).

5) Più poteri alla stazione appaltante nell’imporre la cessione del ramo d’azienda all’impresa accusata di corruzione o mafia. Così Armani: «Vietare l’opponibilità alla stazione appaltante della cessione di ramo di azienda e quindi il trasferimento del contratto di appalto al cessionario o, in alternativa, consentire soltanto quelle operazioni che hanno a che fare con la società nel suo complesso.

6) Infine il presidente Anas chiede «maggiori controlli sui soggetti che emettono le cauzioni».

«Anas ha assunto negli ultimi anni soltanto per contenzioso e questa assunzione è, a sua volta, fonte ed elemento corruttivo. Le persone venivano messe nelle condizioni di fare ricorso contro l’azienda ed essere assunte». Lo ha affermato Armani nel corso dell’audizione all’Antimafia. «Questo modello di selezione distrugge l’azienda – spiega Armani – e ha portato in alcune regioni ad avere nessun cantoniere ed una marea di amministrativi».

L’Anas ha adottato nuovi procedimenti disciplinari rapidi per i dipendenti infedeli, che arrivano alla conclusione e all’eventuale licenziamento in un massimo di 17 giorni. In un documento presentato dal presidente, Gianni Vittorio Armani, alla commissione Antimafia si legge che entro un massimo di cinque giorni dalla notizia di attivazione di un procedimento penale e l’acquisizione della relativa documentazione deve avvenire la contestazione degli addebiti al dipendente. Ci sono poi altri cinque giorni per l’acquisizione delle giustificazioni e un intervallo massimo di sette giorni per valutarle e arrivare alla conclusione del procedimento e all’irrogazione dell’eventuale sanzione.

Tra le misure dell’Anas contro la corruzione c’è la rotazione degli incarichi «per cambiare le squadre e creare dissenso sulle decisioni dubbie». Lo ha affermato il presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani, nel corso dell’audizione in commissione Antimafia. «Sono stati fatti 42 spostamenti sul territorio con una distanza media di quasi 500 chilometri e abbiamo avuto una risposta abbastanza ordinata», spiega Armani, che poi conclude «quindi c’è un potenziale umano e voglia di cambiamento forte anche all’interno dell’azienda».

«La nostra scelta industriale è di andare verso nuove assunzioni ma abbiamo letto le bozze del decreto Madia attualmente in discussione e, se saremo inclusi, non faremo le assunzioni». Lo ha affermato il presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani, a margine dell’audizione in commissione Antimafia. «Anas ha due esigenze fondamentali: rafforzare l’area di progettazione assumendo ingegneri e tornare a presidiare la strada con tecnici in grado di gestire tutte le attività di pronto intervento e sicurezza stradale».