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Appalti, verso il testo unico con le norme di attuazione del codice

Un testo unico che tenga dentro tutte le norme di attuazione del Codice appalti. Per comporre un profilo definito di un quadro che, con l’avanzare dei provvedimenti dell’Anac e del Governo, comincia a farsi particolarmente frammentato. È questa la novità più importante che verrà fuori dalle riunioni della Cabina di regia di Palazzo Chigi. Il gruppo di lavoro, presieduto dal capo dell’ufficio legislativo della presidenza del Consiglio Antonella Manzione, non si occuperà solo della preparazione del decreto correttivo, in calendario per aprile del 2017, ma cercherà anche di affrontare una questione che è emersa in questi primi cinque mesi di applicazione del Dlgs n. 50 del 2016: la difficoltà che gli operatori stanno riscontrando nel seguire l’avanzata della riforma.

L’abbandono del modello del regolamento unico ha portato un effetto collaterale negativo: il moltiplicarsi dei provvedimenti di attuazione e di integrazione del Codice. Sono, in tutto, più di cinquanta, stanno procedendo in parallelo e sono a diversi livelli di avanzamento. I fronti principali riguardano il ministero delle Infrastrutture e l’Autorità anticorruzione. L’Anac, per la sua parte, ha approvato in via definitiva due linee guida (servizi di ingegneria e offerta economicamente più vantaggiosa) ma ne ha altre nove in “cottura”. Il Mit, invece, ha in preparazione almeno altri dieci provvedimenti, che coinvolgono anche il ministero dell’Economia, i Beni culturali, la Giustizia, la Difesa per visti e pareri vari. Tutti questi testi stanno assumendo le forme più diverse: decreti ministeriali, Dpcm e delibere. Insomma, seguire le novità che riguardano il Codice, in questa fase, sta diventando molto complicato per gli operatori.

Da qui nasce l’idea che arriverà sul tavolo della Cabina di regia di Palazzo Chigi nelle prossime settimane: preparare un testo unico sull’attuazione del Codice appalti, che tenga dentro tutti i provvedimenti approvati a valle della riforma. In questo modo, imprese e professionisti avranno un riferimento certo e aggiornato, oltre che di semplice consultazione, perché sarà organizzato per materia. A questa novità si lavorerà in parallelo al decreto correttivo, da licenziare entro aprile 2017. Resta la principale competenza del gruppo di lavoro presieduto da Antonella Manzione, insieme ad altre due: essere il riferimento della Commissione europea nella materia dei contratti pubblici e favorire la bancabilità dei project financing.

Anche se, sul fronte della Cabina di regia, va segnalato qualche piccolo ritardo nella costituzione del tavolo di Palazzo Chigi. Dopo la pubblicazione a fine agosto del Dpcm che regola le sue modalità di composizione e funzionamento, il capo dell’ufficio legislativo della presidenza del Consiglio ha inviato ai molti soggetti indicati dal decreto la richiesta di nominare il rappresentante previsto dalla legge: nella Cabina, infatti, siedono il ministero delle Infrastrutture, l’Economia, il dipartimento per le Politiche europee, l’Anac, Regioni e Province autonome, Agenzia per l’Italia digitale, autonomie locali, Consip. Qualcuno di questi, però, non ha ancora sciolto la riserva indicando il suo rappresentante. Anche se l’impasse dovrebbe essere risolta a breve, consentendo alla Cabina di regia di mettersi in moto nel mese di ottobre.