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Anas, per la prima volta tasse pagate allo Stato

I numeri principali del Bilancio Anas 2015, approvato dal Cda ma non ancora dall’assemblea (l’azionista unico Tesoro) e perciò non ancora pubblicato, rivelano la debolezze storica della mancata autonomia finanziaria (ricavi da mercato sotto il 50% dei costi) e due novità. Una positiva: per la prima volta la società strade versa imposte allo Stato, per 9,7 milioni di euro. E una negativa: investimenti in calo del 19%, con record negativo degli ultimi 10 anni a 1,7 miliardi di euro.

La novità positiva è come si diceva sul fronte tasse, e lo è soprattutto per lo Stato. Il bilancio Anas chiude in utile da dieci anni, ma per cifre irrisorie (pochi milioni di euro) e mai erano state versate imposte sui redditi allo Stato. Nel 2014, a dir la verità, c’è stato un primo simbolico versamento di 718mila euro, ma solo nell’ultimo bilancio la cifra è diventata consistente, pari a 9,684 milioni.

È in ogni caso più importante, e negativo, il dato sugli investimenti: la spesa effettiva per nuove opere e manutenzione straordinaria è scesa nel 2015 al minimo storico dal 2007: 1.724 milioni di euro, -19% sui 2.139 del 2014. Il presidente Gianni Armani ha però annunciato una ripresa a circa 1,9 miliardi già quest’anno, per poi salire a 2,6 miliardi nel 2017.

Per il resto i dati di bilancio segnalano una certa continuità con gli anni scorsi. I ricavi “da mercato”, in gran parte i canoni pagati dalle concessionarie autostradali e in piccola parte introiti effettivi da vendita di servizi sul mercato, sono stabili (con un lieve calo da 770 a 750 milioni) e continuano a coprire serenamente i costi operativi.

Ma l’Anas fa anche investimenti, naturalmente, e se si considerano dunque anche gli ammortamenti il costo della produzione totale sale a 1.992 milioni (1.890 l’anno prima), e così la quota di costi della produzione coperta dai ricavi “da mercato” resta del 37%, come nel 2014, mentre il minimo richiesto da Eurostat per contabilizzare una società statale fuori dal bilancio dello Stato è il 50%. Nodo storico, niente di nuovo, l’obiettivo del governo è l’autonomia finanziaria con il “progetto accise”.

L’organico dell’Anas si è leggermente ridotto, in due anni da 6.109 unità nel 2013, a 6.095 nel 2014 a 5.972 nel 2015, anche se il presidente Armani ha annunciato l’obiettivo di assumere mille persone per potenziare la manutenzione ordinaria e la progettazione interna.