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ANAS: la svolta di Armani

Entro il 2016 termineranno i lavori di realizzazione dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, una parte consistente della rete di strade regionali e provinciali tornerà in capo all’Anas e sarà risolto il contenzioso da 8,6 miliardi, con un esborso di circa il 10%. Sono questi gli obiettivi dell’Anas 2.0 disegnata da Gianni Vittorio Armani approdato alla poltrona di presidente e amministratore delegato della concessionaria autostradale pubblica lo scorso maggio.

Intervistato dall’AGI, il top manager non nasconde la situazione in cui era l’azienda che è stata anche investita da una ennesima bufera giudiziaria: “Ho trovato – sono parole di Armani – un’impresa strutturata per seguire la pubblica amministrazione e la politica più che i cittadini utenti. Per anni ci si è dimenticati che l’obiettivo è di fornire strade decenti ed efficienti e non è stata fatta un’adeguata manutenzione accumulando un gap difficile da recuperare. A questo c’è da aggiungere che spesso le stesse opere erano parcellizzate con strade che avevano tratti a due e quattro corsie che si alternavano in funzione del relativo sponsor politico”.

Una situazione di emergenza in cui “dovendo prestare la dovuta attenzione alle vicende giudiziarie per i casi di corruzione – ricorda Armani – ho trovato un contenzioso di 8,6 miliardi che riguardava, in pratica, tutte le aziende che stavano lavorando per l’Anas. Un contenzioso che, di fatto, metteva in crisi l’intero settore”. “Per prima cosa, abbiamo pensato ai cittadini sbloccando due emergenze di viabilità: sulla A3 (Salerno-Reggio Calabria) e sulla A19 (Palermo-Catania) e, al contempo, abbiamo pensato a rifocalizzare l’azienda su obiettivi industriali cambiando le persone e facendo delle rotazioni, anche perchè ho trovato grandi competenze e capacità professionali che non potevano emergere”.

Per il futuro non ci sarà posto per clientele, spiega il manager, “assunzioni e promozioni avverranno nella più assoluta trasparenza con criteri meritocratici”.”Sul fronte economico poi – aggiunge – abbiamo affrontato il capitolo di un contenzioso che si avvicinava pericolosamente a 9 miliardi e ragionato con il Governo su un nuovo sistema di finanziamento, anche perché sono convinto che le strade vadano pagate da chi le utilizza”. “Abbiamo quindi varato – prosegue – un Piano Straordinario di deflazione del contenzioso in accordo con la Corte dei Conti, l’Avvocatura dello Stato, il Consiglio Superiore dei lavori Pubblici e l’Anac, con l’obiettivo di chiuderlo entro la fine dell’anno con un esborso intorno al 10%”.

Guardando al futuro “lavoriamo perché la situazione non si riproponga ricostruendo il rapporto con le aziende fornitrici. E per fare questo – spiega il presidente dell’Anas – è necessario mettere a punto contratti migliori che prevengano le liti. E in questo ambito si sente la necessità di un nuovo codice degli appalti che dia chiarezza per gestire i problemi ma anche per selezionare meglio i fornitori”. Secondo Armani il nuovo codice appena approvato dal Parlamento “va in questa direzione perché prevede delle forme di selezione. Comunque stiamo lavorando a stretto contatto con il Governo per i decreti delegati”.

Sul fronte delle risorse la partita non si è conclusa come sperava il numero uno di via Monzambano che puntava su un finanziamento automatico attraverso il trasferimento di una parte delle accise pagate sul carburante: il Governo, nella legge di Stabilità ha però messo a disposizione dell’Anas 6,8 miliardi (+5,6 miliardi rispetto alla legge di Stabilità del 2015, n.d.r.) che arriveranno dalle accise che si sommano ai 7,5 miliardi del Fondo per l’Anas dove confluiscono risorse già destinate alla concessionaria pubblica in molteplici fondi e capitoli di spesa di fondi che, fino ad ora erano frammentati tra singole opere e non potevano essere utilizzati per altri lavori.

“Il modello a cui voglio arrivare – chiarisce Armani – è di un’Anas pagata da chi usa le strade. Lo strumento del pedaggio, che comunque è una decisione a livello politico, sarebbe teoricamente possibile su alcuni tratti di autostrade ma sarebbe di difficile applicazione, e molto costoso, su una rete di 25.000 km di strade e 1.300 km di autostrade tanto diffusa e non omogenea come quella Anas. In questo quadro, il trasferimento automatico delle accise sul carburante mi sembra – prosegue Armani – uno strumento valido perchè ci da’ una certezza sulle risorse in modo da poter fare una seria programmazione di medio-lungo periodo. Inoltre – sottolinea – permette l’uscita dell’azienda dal perimetro della Pubblica Amministrazione che e’ fondamentale anche per garantire la massima autonomia dalle pressioni politiche: senza autonomia gestionale continueranno telefonate e raccomandazioni”.

Il top manager ammette che con la recente legge di Stabilità “si è fatto un importante passo avanti”. ” Il fondo unico per il piano pluriennale 2015-2019 ci permette di fare una pianificazione complessiva evitando, come accadeva in passato, che vengano stanziate risorse a finanziare singole opere per cercare consenso politico con il risultato che avevamo strade spezzettate in tratti a due e quattro corsie, a seconda dello sponsor politico. Ora possiamo evitare che se un’opera si blocca i relativi i fondi rimangano inutilizzati. E questo meccanismo ci da la possibilità di fare una programmazione seria, il tempo per la progettazione di opere efficienti e belle ma anche di affrontare meglio le situazioni di emergenza”.

Riguardo alle strade provinciali passate recentemente in capo alle Regioni, Armani annuncia che una parte consistente di esse tornerà, come 15 anni or sono, nell’ambito dell’Anas. “La legge di Stabilità – spiega – consente agli enti locali di ridare all’Anas parte della rete autostradale e, a tal fine stanzia 100 milioni. Abbiamo già fatto degli accordi con Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Lazio per riprendere in carico delle strade che andranno a completare la rete nazionale come nel caso delle grandi consolari”.

Ma le attività non si limitano ai confini nazionali e Armani non nasconde un grande interesse per l’Iran che “ha bisogno di potenziare la rete stradale che è già piuttosto buona”. “Siamo già attivi in Colombia, Libia e Algeria e siamo guardando con interesse ad altri Paesi sudamericani come il Perù e il Brasile come anche al nord Africa e, in particolare agli Stati arabi: Emirati e Arabia Saudita”.

Il presidente dell’Anas ha poi fatto il punto sull’autostrada tra Roma e Latina: “Siamo in gara per la procedura di aggiudicazione dell’autostrada tra Roma e Latina, si tratta di un progetto da due miliardi e l’aggiudicazione dovrebbe arrivare entro giugno. “Il progetto – ha spiegato il top manager – dovrebbe utilizzare in parte l’attuale strada Pontina”.

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