Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Anas, autonomia finanziaria sul modello Ppp

I trasferimenti diventeranno corrispettivi. E i rapporti tra lo Stato e la società saranno regolati secondo il modello del partenariato pubblico privato. All’indomani della presentazione del piano industriale di Fs, il presidente di Anas, Gianni Armani rivela le mosse alle quali la sua azienda sta lavorando ormai da mesi: si parte dall’autonomia finanziaria, che si baserà sul modello del Ppp e decollerà nell’ambito del nuovo contratto di programma, da chiudere entro fine anno. Nel 2017, poi, sarà definito il passaggio sotto l’ombrello di Ferrovie. Novità che non si tradurranno in possibili pedaggi, perché «gli italiani non pagheranno di nuovo strade per le quali hanno già pagato» tramite i finanziamenti pubblici.

Il corrispettivo, secondo quanto spiega Armani, sarà regolato all’interno del Contratto di programma, ormai pronto e allo studio di Mef e Mit, da chiudere entro la fine del 2016. «Lo Stato costruirà un contratto per la gestione dei 25mila chilometri di Anas, pagando un corrispettivo per il servizio che viene offerto e trasferendo il rischio della gestione della concessione direttamente sulla controparte. È un meccanismo che è stato già adottato in Europa e che è compatibile con il quadro normativo vigente». Il principio è che Anas riceverà dallo Stato non più un contributo a fondo perduto, ma una cifra corrispondente al servizio prestato.

Il corrispettivo in questione sarà determinato sulla base di tre variabili: il traffico effettivo, monitorato da sensori posti sulla rete Anas, che risponde al principio di remunerare la rete stradale in funzione al suo utilizzo/domanda; il rispetto degli investimenti programmati, sia in termini di costi che di tempi; gli indicatori di performance (già introdotti nel Contratto di programma 2015) che misurano la qualità dei servizi offerti da Anas ai propri clienti, prevedendo anche penali specifiche. La qualità dei servizi offerti, in particolare, riguarda la pavimentazione, la segnaletica verticale, l’illuminazione. Gli indicatori, nella pratica, permetteranno di monitorare le performance di Anas. Le eventuali penali – va precisato – non andranno ad incidere sulla quota di investimenti ma sulla quota dei costi di gestione aziendale.

«È un modo – dice Armani – di chiarire dove sono le responsabilità delle diverse parti». Senza dimenticare l’impatto sulle possibilità di finanziamento. Potendo contare su un introito certo, infatti, Anas potrebbe rivolgersi al mercato dei capitali, tramite istituti bancari e obbligazioni, per potenziare ulteriormente le sue capacità di investimento.
Armani, invece, smonta le voci di pedaggiamento di una parte della rete. Anche se «tra le ipotesi di lungo termine c’è la trasformazione a vignette della rete Anas ma questo sarebbe la trasformazione di un onere che oggi paga lo Stato in un onere che pagherebbero direttamente i cittadini, avendone però uno sgravio fiscale, riducendo ad esempio il bollo».

Una partita, quindi, a somma zero. Dopo la chiusura del contratto di programma a fine 2016, comunque, si passerà alla questione dell’ingresso nella holding Fs. Sarà fatto con un passaggio da parte dell’azionista (il Mef), entro la metà del prossimo anno. La seconda metà del 2017, allora, dovrebbe consegnarci un’azienda con una nuova autonomia finanziaria, in grado di caricarsi completamente il rischio di gestione e di far decollare il suo ruolo all’interno della galassia di Ferrovie: sarà, così, declinata su larga scala una partnership industriale che già sta avendo un primo banco di prova in alcuni progetti infrastrutturali in Iran.

Infine, la questione del ponte sullo Stretto. Armani conferma quanto spiegato da Mazzoncini: la revisione del quadro dell’opera potrebbe consentire di ridurre gli oneri finanziari, recuperando capitali a un tasso dell’un per cento, con un risparmio cospicuo rispetto all’ipotesi di project financing messa sul piatto ormai diversi anni fa. E poi spiega: «Non possiamo pensare che per arrivare ad Agrigento oggi da Roma ci vogliano due giorni». Anas, allora, è pronta a lavorare all’opera. Anche se il presidente invita a «prendere una decisione definitiva, dalla quale stavolta non dobbiamo tornare indietro».