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Mobilità, nei primi sei mesi bene il mercato auto e moto

Il mercato italiano dell’auto cresce ancora a giugno, rallenta però rispetto ai mesi scorsi e comunque totalizza nel primo semestre dell’anno la cifra di 1.041.854 auto vendute pari a un incremento del 19,15% sull’analogo periodo dell’anno scorso. E’ il quadro delineata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che si affianca a quello ugualmente positivo dei veicoli a due ruote.

La situazione del mercato dell’auto

Quello del milioni di auto vendute è un traguardo importante, che ha fornito lo spunto per un esame della situazione dell’intero comparto dell’auto oltre che del grado di pressione fiscale che attualmente grava sul settore. “I volumi registrati a giugno – ha comunque spiegato Aurelio Nervo, Presidente di Anfia, l’Associazione dei costruttori d’auto italiani -, toccano il livello più alto, per questo mese, dal 2012. Si tratta della sesta crescita consecutiva a doppia cifra per il mercato italiano (e del venticinquesimo incremento mensile consecutivo), sebbene inferiore a quella riportata a maggio 2016, che aveva beneficiato di positivi effetti di calendario rispetto a maggio 2015″. Anfia ha quindi sottolineato che è la prima volta del 2011 che un semestre chiude con oltre un milione di auto immatricolate. “A gennaio-giugno 2016 – viene spiegato in una nota -, i volumi immatricolati risultano superiori del 2,7% rispetto a quelli del 2011, ma inferiori del 16,3% rispetto al valore medio immatricolato nel 1 semestre dal 2007 al 2010 (1.245.377)”.

Questa situazione, ha detto ancora Nervo, “ha certamente dato un primo contributo allo svecchiamento del parco circolante italiano, anche considerando la ripresa, iniziata a luglio 2014, del segmento delle auto intestate ai privati, in crescita del 25% nei primi 5 mesi del 2106, con una quota di mercato del 60,6% (2,3 punti in più rispetto a gennaio-maggio 2015)”. Ciò nonostante, i ritmi di sostituzione sono relativamente lenti e, nel secondo semestre, potrebbero subire un’ulteriore frenata, complici anche il rincaro dei prezzi di benzina e gasolio, rilevato a partire dal mese di aprile, il recente peggioramento del clima di fiducia dei consumatori e, nell’immediato, i bassi volumi di mercato tipici dei mesi estivi”. In ogni caso, la situazione appare più che positiva per il Centro Studi Promotor che ha parlato di un mercato dell’auto “in ottima salute” e che gode “di prospettive favorevoli” per la seconda parte del 2016. Secondo Gian primo Quagliano, “la ripresa in atto, oltre a svilupparsi con un tasso costantemente a due cifre appare decisamente solida, come risulta chiaramente dal fatto che la crescita non interessa particolari settori di domanda, ma l’intero mercato: crescono tutti segmenti di prodotto, crescono tutte le ripartizioni territoriali, crescono gli acquisti dei privati e crescono quelli delle aziende”.

Mentre il Presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, ha spiegato che “è stato conseguito con una spinta enorme di case e concessionari, che in ballo avevano anche l’obiettivo semestrale. Il primo semestre 2016 chiude quindi al +19,1%, un risultato superiore a ogni più rosea aspettativa, ma prevediamo che il secondo semestre viaggerà a un tasso di crescita inferiore. Federauto rivede quindi le sue previsioni stimando un mercato 2016 in crescita del +15% rispetto al 2015. Si tornerebbe quindi a un mercato di circa 1.811.000 vetture immatricolate”.

Il mercato delle moto

Situazione simile a quella delle auto è stata registrata per il settore dei veicoli a due ruote. Nel mese di giugno, infatti, è continuata la crescita delle immatricolazioni. Secondo i dati Ancma, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, le immatricolazioni di moto e scooter superiori ai 50 cc sono state 23.086, il +6,1% rispetto allo stesso mese del 2015. Nei primi sei mesi dell’anno, le immatricolazioni raggiungono così quota 116.424, con un incremento del 15,9% rispetto al primo semestre dello scorso anno. Certo, gli addetti ai lavori non si nascondono i problemi: “La ripresa è lenta e gli effetti negativi della Brexit si faranno sentire nella seconda metà dell’anno – ha osservato Corrado Capelli, Presidente di Confindustria Ancma -. Nel frattempo scende l’indice di fiducia di imprese e consumatori, tornato ai livelli del 2015. Solo la domanda interna sostiene il livello dei consumi e il nostro settore riesce a cogliere le opportunità di crescita grazie a un’offerta di modelli interessanti e innovativi. Ci aspettiamo che il governo riesca a migliorare i fondamentali dell’economia, contenendo la pressione fiscale”.

La questione della pressione fiscale

Sul tema del mercato delle auto e della moto, si innesta quello della pressione fiscale esercitata sul settore. Nei sei mesi 2016 lo Stato ha incassato 3,7 miliardi di euro di Iva e il settore ha generato un fatturato di 20,9 miliardi di euro, ha spiegato l’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere. Il cui Presidente Massimo Nordio ha detto: “E’ ripresa la voglia di mobilità degli italiani, dobbiamo perciò prendere atto che l’auto resterà sempre centrale nell’assolvere al bisogno di mobilità delle persone. Una mobilità che, dal punto di vista tecnologico, sta evolvendo in forma sempre più sicura, connessa e ormai pronta per la guida autonoma, orientata a una migliore fruibilità, come richiesto dagli utilizzatori. In questo quadro, tutti gli scenari più autorevoli indicano come punto d’arrivo di questa evoluzione una mobilità a propulsione elettrica, per la cui diffusione di massa occorre ancora fare molta strada”.

Sempre sulla pressione fiscale, secondo Anfia questa è cresciuta nel 2015 a 71,9 miliardi di euro, con un incremento dello 0,5% rispetto al 2014. Ma la quota complessiva del gettito fiscale proveniente dall’automotive è scesa dal 16,8% al 16%. Sempre secondo Anfia, il gettito derivante dall’utilizzo dell’auto nel 2015 resta la voce più rilevante, l’81% sul totale del comparto, per un valore di 58,2 miliardi di euro, -0,8% rispetto al 2014. “La ripresa del mercato auto – ha spiegato il Presidente Nervo -, non poteva che far lievitare ulteriormente il prelievo fiscale: da Iva e Ipt (Imposta provinciale di trascrizione per l’acquisto di auto gli introiti sono cresciuti, rispettivamente, del 13,6% e dell’11,2%. La percentuale del gettito complessivo sul Pil è del 4,4% contro una media europea del 3,4%”. Da tutto questo la conclusione dei costruttori: “I tempi sono maturi per una revisione della fiscalità in chiave ambientale: nella Ue 20 paesi già applicano forme di tassazione in funzione delle emissioni di CO2. Bisogna favorire la diffusione dei veicoli ecologici e l’abbattimento dei costi di tilizzo del veicolo, secondo la logica ‘Pay as you dive’, garantita dalla telematica applicata ai trasporti”.