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Valdastico Nord, il governo non decide e la società chiede danni miliardari

Scoppia la grana Valdastico Nord/Brescia-Padova per il nuovo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Il governo è da mesi stretto da una parte tra le richieste della società concessionaria (enti locali, Intesa Sanpaolo, Astaldi), della Regione Veneto e di Confindustria Veneto di approvare il progetto della Valdastico Nord (i 19 km mancanti alla A31 Verona-Trento, e cioè il tratto Piovene Rocchette-Trento), e dall'altra parte dalla ferma opposizione all'opera da parte della Provincia autonoma di Trento (governata dal centro-sinistra).

La proroga della concessione al 31/12/2026, concordata nel 2009 con la Commissione europa, si regge solo se entro il 30 giugno prossimo sarà approvato il progetto definitivo della Valdastico Nord (circa un miliardo di euro di costo, a carico della società), altrimenti tornerà in vita l'originaria scadenza del 30 giugno 2013, già in prorogatio, ed entro sei mesi dovrà essere concordata la decadenza formale della concessione e pagato al concessionario quanto investito in questi anni e non ammortizzato (1,2 miliardi di euro per la tratta sud della Valdastico).

Ma la Provincia di Trento continua a non volere l'opera, e il ministro Delrio, nel question time del 13 maggio alla Camera ha ammesso che una decisione del governo non c'è ancora: l'allora Ministro Maurizio Lupi aveva sposato l'idea di scavalcare il veto di Trento con la procedura di legge obiettivo (articolo 165 Codice appalti), con delibera del Consiglio dei Ministri, strappando al Cipe nel novembre scorso un percorso in tal senso. Delrio è molto più prudente, spera ancora di convincere Trento a un via libera, ma il tempo stringe, e la società ha già presentato al Tar Lazio (nei giorni scorsi) un ricorso per dichiarare il governo inadempiente rispetto alla procedura di cui all'articolo 165, che dopo la determinazione Cipe del 10 novembre scorso prevedeva termini ben precisi, e ha chiesto l'immediato risarcimento dei danni (pari almeno agli 1,2 miliardi di euro investimenti non ammortizzati).

Il Question time: Delrio «Aspetta Trento»

Su interrogazione dei deputati Dorina Bianchi (Udc), Andrea Cuasin (Scelta civica), Vincenzo Garofalo (Udc) e Vincenzo Piso (Udc), che chiedevano se l'autostrada Valdastico Nord è ancora una priorità, di fatto sollecitando la rapida approvazione del progetto, il Ministro Delrio ha risposto in modo ancora interlocutorio.

Ha riferito che ancora il governo attende una pronuncia della Provincia di Trento, quando però questa è stata più volte e in modo univoco data in senso negativo negli anni e mesi scorsi, e quando già nel novembre scorso, con decisione Cipe, il governo scelse di attivare la procedura di legge obiettivo per superare tale dissenso. Delrio ha fatto inoltre capire che il governo, in base allo Statuto della Provincia di Trento, che ha rango costituzionale, non può scavalcare completamente un suo dissenso espresso.

Questa la sua risposta: «La realizzazione della Valdastico Nord – ha detto Delrio – come evidenziato dagli onorevoli interroganti, è oggetto di un contenzioso sul quale occorrerà ancora attendere gli esiti, nel senso che è ancora in corso la trattativa con la provincia autonoma di Trento, che non ha ancora espresso intesa sulla opera in sé, cioè un assenso alla realizzazione dell'opera. Poi si potrà discutere il tracciato, ma deve ancora esprimere l'intesa. Questa intesa è richiesta sia rispetto all'individuazione dell'opera che alla sua localizzazione, in base alla legge obiettivo e al codice degli appalti pubblici, nonché rispetto al tracciato, sulla base delle norme attuative, come lei sa, dello statuto speciale della Regione Trentino Alto Adige di rango costituzionale».

«Anche la giurisprudenza costituzionale – ha aggiunto il Ministro delle Infrastrutture – ha espresso in diverse sentenze la necessità di acquisire preventivamente la citata intesa per porre in essere concreti atti di realizzazione dell'opera.

Pertanto, alla luce della giurisprudenza costituzionale, non risulta possibile porre in essere al momento concreti atti di realizzazione dell'opera in esame senza avere preventivamente acquisito l'intesa della provincia autonoma che potrà anche essere unica, ma comunque dovrà sussistere a doppio titolo: da una parte, ex legge n. 443 del 2001 e articolo 165 del decreto legislativo del 2006; dall'altra, ex decreto del Presidente della Repubblica n. 381 del 1974.

Invero, come confermato dal Presidente del Consiglio dei ministri, la procedura di cui all'articolo 165 consente di superare solo la carenza di consenso sulla localizzazione dell'opera, ossia sull'individuazione di quello che dovrà essere il corridoio lungo il quale sviluppare il tracciato dell'arteria autostradale, ma non può superare la carenza di quello che è richiesto da norme attuative dello statuto speciale.

Comunque garantisco l'impegno del Governo – ed è già stato fatto nell'ultima visita che ho fatto a Trento e succederà anche nei prossimi giorni – a chiarire e cercare di ottenere al più presto da parte della provincia autonoma diTrento gli atti necessari per il proseguimento della realizzazione dell'opera».

La scadenza del 30 giugno 2015

Ma la scadenza del 30 giugno è ormai dietro l'angolo. La convenzione 2007 tra Anas e Brescia-Padova (versione aggiornata del 30 luglio 2010), all'articolo 4, stabilisce che «la scadenza della concessione è fissata al 31.12.2026 in funzione della realizzazione della Valdastico Nord», e che «in caso di mancata approvazione del progetto definitivo relativo alla realizzazione della Valdsastico Nord entro il 30.06.2013, verranno conseguentemente definiti dalle parti, nei sei mesi succesivi, gli effetti sul piano economico-finanziario e sulla concessione». Il 30 giugno 2013 era infatti la data di scadenza originaria della concessione, ricordata ancora un anno fa nel report del ministero delle Infrastrutture alla Camera (si veda a pagina 18 nel pdf), e dunque se non veniva approvato il progetto definitivo della Valdastico Nord entro quella data, nei sei mesi successivi si sarebbe dovuto definire una conclusione concordata della concessione.

Su pressing del governo italiano la Commissione europea ha concesso due anni fa una proroga di tale termine per l'approvazione del progetto, che è ora dunque del 30 giugno 2015.

La stessa convenzione stabilisce che alla scadenza della concessione la società uscente ha diritto (art. 5) a un indennizzo per gli investimenti realizzati e fino a quel momento non ammortizzati. Per la sola Valdastico Sud, quasi completata, si tratta di 1,2 miliardi di euro.

Il CIPE di novembre 2014

Su pressione dell'allora Ministro Maurizio Lupi, l'11 novembre scorso il Cipe – testo dall'esito ufficiale – «ha assunto motivate determinazioni in ordine all'esigenza di superare il dissenso manifestato dalla Provincia autonoma di Trento sulla localizzazione dell'Autostrada A31 Valdastico Nord, 2° Lotto di completamento – da Valle dell'Astico alla A22 (Besenello) e di proseguire nello svolgimento della apposita procedura prevista dall'articolo 165, comma 6, lett. a) del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 (Codice dei contratti pubblici)».

Il 14 gennaio 2015, poi, con lettera protocollo 128 della Presidenza del Consiglio, il governo ha comunicato alla concessionaria tale esito.

Il bond e il ricorso della società

La concessionaria, in forza di tale iter avviato dal governo, che in sostanza significava l'impegno ad arrivare comunque all'approvazione del progetto entro il 30 giugno, ha emesso nel marzo scorso un prestito obbligazionario da 600 milioni di euro (secondo le regole del project bond), sottoscritto da 200 investitori, di cui il 65% esteri.

Ma il progetto non è ancora arrivato al Consiglio dei ministri per l'approvazione, e la società (controllata al 45% da Re Consult Infrastrutture, una Spa con soci forti Intesa Sanpaolo e Astaldi, e poi con gli enti locali al 32%) ha aperto formalmente il contenzioso con il governo con il ricorso depositato il 4 maggio al Tar del Lazio. «Alla citata delibera Cipe del novembre 2014 – scrivono nel risorso gli avvocati Arturo Cancrini e Marco D'Alberti – il governo non ha in alcun modo dato seguito, non essendo mai intervenute né la proposta del ministero delle Infrastrutture né la deliberazione del Consiglio dei Ministri». Eppure – ricordano i ricorrenti – l'articolo 165 del Dlgs 163/2006 (legge obiettivo transitata nel Codice appalti) prevedeva termini precisi per tentare l'ultima intesa con la Regione dissenziente e in caso negativo arrivare alla decisione del Consiglio dei ministri.

Termini tutti scaduti, mentre – si legge nel ricorso – in questi anni «la Provincia di Trento non solo ha persistito nel suo dissenso, ma si è sotratta ad ogni forma di collaborazione quanto alla stesura del progetto relativo all'opera di cui si tratta».

«La mancata conclusione del procedimento di cui all'articolo 165 comma 6 lettera a) – scrive la società nel ricorso – ha causato un grave danno in capo all'Autostrada Brescia-Padova Spa, la quale ha diritto al risarcimento».

Si citano gli investimenti fatti e non ammortizzati, l'inutilità della Valdastico Sud senza la tratta a Nord, ma anche il «danno ingiusto». Anzi, si chiede al Tar di condannare il governo proprio «al risarcimento del danno ingiusto», «con riserva di quantificazione in corso di causa». Dunque non solo il "valore di subentro" delle opere non ammortizzate, ma proprio il «lucro cessante» e il risarcimento dei danni economici.

Si chiede inoltre di intimare al Consiglio dei ministri l'approvazione del progetto, nominando anche un commissario ad acta.

La decisione

Non sembra esserci più molto tempo, dunque, per "aspettare" le decisioni della Provincia di Trento. Il Ministro Delrio e il governo tutto devono decidere al più presto. Le convenzioni firmate negli anni con la società e il via libera alla realizzazione della Valdastico Sud (che sarà completata quest'anno) hanno sempre indicato l'obiettivo dello Stato di approvare e realizzare anche la Valdastico Nord, indicandone il valore strategico negli Allegati Infrastrutture. Se non si fa quella – spiega la società nel ricorso – la tratta Sud da sola non può avere remuneratività, dunque quel costo va indennizzato (1,2 miliardi).

Se Delrio vuole invece cambiare la linea dei vari governi, Berlusconi II, Monti, Letta, Renzi con Lupi ministro, lasciar cioè cadere la concessione alla scadenza "naturale", senza approvare la Valdastico Nord, e quindi rimetterla in gara – come ha detto di voler fare per tutte le concessioni autostradali in scadenza – lo deve fare al più presto possibile, per limitare il valore che rischierà di pagare come indennizzo e per fare in modo che il valore di subentro sia pagato dal concessionario subentrante. Più aspetta, più rischia.