Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Squinzi: «Prima manovra espansiva dal 2007, ma mancano Sud e ricerca»

«Per la prima volta dal 2007 la politica di bilancio dell'Italia torna espansiva, senza che per questo venga meno l'impegno al risanamento dei conti pubblici, ma «i grandi assenti della manovra sono la ricerca e innovazione e il Mezzogiorno». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel corso dell'audizione sulla Legge di stabilità dinanzi alle commissioni Bilancio di Senato e Camera.

La manovra del Governo, secondo Squinzi, «sia per la qualità di alcune misure sia per l'entità del finanziamento in deficit, gioca un ruolo positivo» e così come presentata dal Governo, «avrà un impatto positivo dello 0,3% del Pil nel 2016 e sarà così in grado di annullare l'effetto delle spinte internazionali al ribasso». Sul Mezzogiorno, ha sottolineato Squinzi, «se l'obiettivo è ridurre il divario di crescita con il resto del Paese, l'accelerazione della spesa cofinanziata da fondi strutturali, su cui punta il Governo, appare del tutto insufficiente. Questa andrebbe integrata con altri strumenti, come il credito d'imposta, in grado di sostenere la componente privata degli investimenti».

«È essenziale che sia approvata la clausola migranti», a cui è legato l'anticipo della riduzione al 2016 dell'Ires che «ha un ruolo cruciale nella ricostituzione dei margini netti delle imprese», ha sottolineato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.

La legge di stabilità, ha detto il presidente degli industriali italiani, «appare positiva negli impieghi, ma presenta alcune criticità nel reperimento delle risorse. Continuiamo a ritenere una priorità l'adozione di una vera spending review in grado non solo di ridurre la spesa pubblica ma, soprattutto, di favorire una maggiore qualità ed efficienza della stessa». Sulle pensioni, «è condivisibile la decisione del Governo di rinviare a un provvedimento organico interventi strutturali per una maggiore flessibilità», ha detto il presidente di Confindustria.

«A quasi un anno dall'avvio della amministrazione straordinaria di Ilva, non sono ancora chiare le prospettive dell'impresa e, in particolare, non si ha idea dei tempi e delle modalità con cui questa potrà tornare in un contesto di mercato. Preoccupa non solo la possibile proroga del programma di commissariamento per l'Ilva, ma anche la possibilità che questa misura possa avere un'applicazione estesa ad altre amministrazioni straordinarie», ha detto il presidente di Confindustria. Sul fronte commissariamento, per Squinzi, «il susseguirsi di interventi ritagliati su casi concreti ha, infatti, progressivamente disarticolato l'impianto della normativa sulle amministrazioni straordinarie, con l'effetto di sbilanciarlo a danno dei creditori delle imprese in crisi. È quindi necessario un intervento organico di riordino, che riequilibri gli interessi, entrambi legittimi, della continuità produttiva e dei creditori».

La legge di stabilità, ha sottolineato il numero uno degli industriali, interviene su Ilva «con il solo obiettivo di tutelare le esigenze finanziarie della gestione commissariale, senza al contempo tener conto di quelle dell'indotto, altrettanto meritevoli di salvaguardia. In questo senso, è problematica l'assenza di una misura che consenta alle imprese fornitrici l'accesso automatico al Fondo di Garanzia per le Pmi, necessario per agevolare l'erogazione del credito a queste ultime».