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Squinzi: «Per ora non c’è la ripartenza»

Confindustria "frena" sulla possibile crescita del Paese fin dai primi mesi del 2015. A ben guardare, infatti, i dati che cominciano ad affluire tra dicembre e gennaio non sembrano profilare «una grande ripartenza». È lo stesso presidente di Viale dell'Astronomia, Giorgio Squinzi, a raffreddare l'entusiasmo con cui erano state accolte, pochi giorni fa, le previsioni del Centro studi di Confindustria (twittate anche dall'area di governo) per il quale un insieme di fattori positivi, dal calo del prezzo del petrolio al quantitative easing, sarebbero riusciti ad assestare all'economia una spinta potenziale del 2,1% sul Pil.

E che la crisi stia ancora mordendo la carne viva del sistema di produzione italiano lo attesta un report di Unioncamere secondo cui nel 2014 almeno 20mila imprese artigiane hanno chiuso i battenti. Un dato negativo anche se in miglioramento rispetto al 2013, anno record con una saldo tra 'nascite' e cessazioni di quasi 28mila aziende. La frenata però, si legge nel dossier, "non è stata sufficiente ad invertire il segno del saldo per via del nuovo record negativo stabilito dalle aperture di nuove imprese artigiane: nel 2014, infatti, sono state solo 88.498, il dato più contenuto degli ultimi otto anni».

Complessivamente sono 1.382.773 le imprese artigiane esistenti in Italia: tengono le società di capitale così come le società di servizio alle imprese (+2.007 unità, per una variazione percentuale della stock di imprese del settore del 4,45%). Male invece il settore delle costruzioni (-13.111 unità).