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Squinzi: nel Sud tessuto produttivo vitale

Credito di imposta almeno triennale per l'acquisizione di beni strumentali nuovi; rifinanziamento dei Contratti di Sviluppo, finalizzati all'attrazione di investimenti di medie grandi dimensioni nelle regioni meridionali; utilizzare i fondi strutturali europei per potenziare gli strumenti di garanzia per l'accesso al credito. Sono alcune delle proposte formulate da Confindustria per stimolare la ripresa nel Sud, in vista della Legge di Stabilità e del piano per il Mezzogiorno che il Governo si appresta a varare.

«Nel Sud esiste un tessuto produttivo vivo e vitale, che abbiamo il dovere di difendere e promuovere con orgoglio», ha detto il presidente degli industriali Giorgio Squinzi in occasione del Consiglio generale riunitosi a Taranto. Le proposte per il Sud di Confindustria prevedono anche la definizione di un piano per le infrastrutture che dia attuazione, con tempi e risorse certi, agli interventi già definiti in materia di ferrovie, porti, aeroporti, strade/autostrade, dissesto idrogeologico, beni culturali, edilizia scolastica, riqualificazione urbana.

Il leader degli industriali ha ricordato che il consiglio generale di Confindustria oggi si è riunito eccezionalmente a Taranto che, per le vicende dell'Ilva, «è diventata l'emblema delle difficoltà di fare impresa in Italia e, soprattutto, al Sud». Un Paese come l'Italia, ha sottolineato Squinzi, «non può rinunciare a un'industria siderurgica senza arretrare, passando da Paese di primo piano» a uno di rango inferiore.

Confindustria ha deciso oggi di riunire il Consiglio Generale a Taranto proprio per dare un segnale sull'importanza dell'Ilva e del Sud in generale. «Quest'anno – ha concluso Squinzi – ricorre il cinquantesimo anniversario dell'inaugurazione dello stabilimento di Taranto: il futuro di questo impianto è il simbolo del futuro manifatturiero del Sud e del Paese».

Squinzi ha spiegato che «la produzione dell'Ilva si è dimezzata da 10 milioni a 5 milioni di tonnellate di acciaio l'anno e ritengo che le perdite siano consistenti in questo periodo, nella misura di diverse decine di milioni di euro». E ha aggiunto: «Pensiamo che si debba cercare di recuperare, anche in un momento congiunturale difficile come quello attuale per cui i consumi sono calati non solo sul mercato italiano.

Occorre recuperare il più possibile e tornare vicino alle capacità reali di produzione dell'Ilva, tenendo presente che il calo importante di produzione si riflette immediatamente sul conto economico per tutta una serie di costi che possono essere ammortizzati soltanto con i volumi di vendita».