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Riforma appalti, nuovo codice senza regolamento: spazio alla «soft law» di Cantone

È una novità clamorosa quella che sta maturando nelle stanze del ministero delle Infrastrutture e nella maggioranza di governo in materia di appalti: un emendamento alla riforma in discussione alla Camera che cancelli il regolamento generale sugli appalti, oggi composto di 345 articoli, lasciando un codice molto snello fatto soltanto delle norme legislative attuative della delega in materia di direttive Ue (ovviamente nel rispetto dei 56 paletti della delega posti nella legge).

Nell'emendamento che si sta mettendo a punto la "scomparsa" del regolamento lascerebbe spazio a una vera e propria soft law che farebbe capo all'Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone: in particolare sarebbero le linee guida dell'Anac a fare l'attuazione "operativa" delle norme di legge, garantendo una flessibilità e al tempo stesso una settorialità che il regolamento generale non potrebbe comunque mai garantire.

Favorevole a questa maxisemplificazione il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che nei giorni scorsi ha fatto vari incontri informali anche con i relatori di maggioranza della riforma alla Camera e al Senato, Raffaella Mariani e Stefano Esposito, per mettere a punto la norma.

L'impostazione allo studio si potrebbe definire anglosassone, fortemente innovativa per l'Italia, anche per i suoi effetti di semplificazione radicale e di disboscamento normativo. Gli uffici legislativi di Palazzo Chigi e del ministero delle Infrastrutture stanno valutando attentamente tutte le implicazioni della cancellazione del regolamento generale e le diverse opzioni, anche per evitare buchi normativi che potrebbero lasciare troppo spazio a interpretazioni, non sempre univoche, della giurisprudenza amministrativa.

Si cerca, insomma, di costruire una norma inattaccabile sotto questo profilo. Una delle ipotesi che si sta valutando per ridurre il rischio di una incertezza normativa è quella di un periodo transitorio in cui continuerebbero a utilizzarsi le norme regolamentari compatibili con le nuove norme di legge o anche quella di un rinvio dell'eliminazione del regolamento alla seconda fase, quella della riscrittura del testo unico sugli appalti.

Il governo attende per i prossimi giorni una valutazione di Cantone su questa ipotesi ma le prime valutazioni tecniche dell'Autorità anticorruzione sono positive e di disponibilità a svolgere un ruolo che, a questo punto, diventerebbe pienamente di regolazione del settore. Intanto è tornata a riunirsi la «commissione Manzione» – dal nome del capo del Dipartimento Affari giuridici e legislativi (Dagl) di Palazzo Chigi, Antonella Manzione – insediata dal ministro delle Infrastrutture a luglio proprio per scrivere i decreti legislativi che daranno attuazione alla delega al governo prevista dalla legge di riforma.

L'obiettivo del governo è quello di rispettare i termini imposti dalle direttive europee, da recepire entro metà aprile 2016. Senza la riscrittura del regolamento, che sarebbe appunto soppresso, sarebbe più facile per la commissione prima e per il governo poi rispettare i termini senza dover mettere mano alla «contestuale» rivisitazione del testo unico.