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Riforma appalti, l’offerta più vantaggiosa diventa la regola

L'offerta economicamente più vantaggiosa diventa la regola, anche grazie alla nascita dell'albo nazionale dei componenti delle commissioni giudicatrici, tenuto dall'Anac. Mentre il prezzo più basso diventa l'eccezione: sarà addirittura vietato nei bandi di servizi ad alta intensità di manodopera, inclusi quelli per i servizi di progettazione. La riforma appalti riordina con decisione anche la materia dei criteri di aggiudicazione. Puntando a correggere le distorsioni mostrate dal vecchio Codice. E sottolineando che i servizi andranno distinti in maniera forte dai lavori.

La questione viene affrontata, in larga parte, dal criterio inserito alla lettera m) del testo base dei relatori. Qui si impone "l'utilizzo, per l'aggiudicazione degli appalti pubblici e delle concessioni, del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, misurata sul miglior rapporto qualità/prezzo". Il criterio del prezzo più basso diventa, così, residuale.

Nel nuovo Codice andranno regolati espressamente i casi nei quali è consentito farvi ricorso; per tutti gli altri andranno selezionate le offerte con un più alti livello qualitativo. In questo modo si punta a marginalizzare il fenomeno dei continui ribassi di gara eccessivi, caratteristico degli ultimi anni e oggetto di continue proteste sia dei progettisti che delle imprese.

In questo recinto arrivano anche indicazioni specifiche per gli appalti di servizi. Questi sono, in assoluto, i più penalizzati dal problema dei maxi sconti: in gare con una forte incidenza del costo del lavoro si assiste spesso a riduzioni della base d'asta difficili da giustificare in un normale scenario di concorrenza.

Così, la delega detta regole speciali per gli appalti ad alta intensità di manodopera (quando il costo della manodopera è pari almeno al 50 per cento dell'importo totale del contratto). In questi casi deve essere escluso espressamente "il ricorso al solo criterio di aggiudicazione del prezzo o del costo". Una regola che viene specificata nella sezione del testo base dedicata agli appalti di progettazione: anche qui si dovrà usare il massimo ribasso.

Resta la questione della discrezionalità eccessiva in capo ai componenti delle commissioni giudicatrici nelle gare al massimo ribasso. E' un altro problema decisivo, insieme a quello del prezzo più basso. E la riforma lo risolve attraverso la "creazione di un albo nazionale, gestito dall'Anac", nel quale siano previsti "specifici requisiti di moralità, di competenza e di professionalità".

L'assegnazione dei componenti alle singole gare, per ottenere la massima trasparenza, dovrà arrivare tramite "sorteggio da una lista di candidati indicati alle stazioni appaltanti che ne facciano richiesta in numero almeno doppio rispetto ai componenti da nominare". Quindi, stop ai commissari selezionati sulla base di criteri poco trasparenti. L'Autorità di Raffaele Cantone avrà il compito di verificare i loro curriculum.