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Presentato lo studio di fattibilità di un impianto per collegare Brignole a Molassana

Una cabinovia sospesa sul Bisagno per collegare Brignole a Molassana in 25 minuti, realizzabile in circa 4 anni di lavori con un costo di circa 90 milioni di euro.

È il sistema di trasporto pubblico per la Valbisagno presentato ieri da un gruppo di professionisti costituito da Cristoforo Bozano, Carlo Cillara Rossi, Luca Vacchelli, Maurizio Gnudi, Andrea Guidi di Bagno, Mauro Marsullo, Pietro Misurale, Valentino Zanin, Michele Montanari, Mario Pedrotti e Roberto Vallarino.

Quello elaborato dai progettisti è per ora uno studio di fattibilità che sarà approfondito se le istituzioni locali si mostreranno interessate a portare avanti il progetto. «È un progetto compatibile con il piano di bacino del Bisagno e, anzi, potrebbe viaggiare anche in caso di alluvione» ha sottolineato Misurale, ingegnere idraulico che si è occupato a lungo del Bisagno.
 
Il progetto prevede un tracciato di 6,2 chilometri, da Brignole a Molassana, articolato in due tronchi distinti, alimentati autonomamente e che sarebbero realizzati in fasi successive: prima il tronco da Brignole a Staglieno, poi quello da Staglieno a Molassana. Per realizzare ciascuno dei due tronchi sono previsti circa 2 anni di lavori, un costo complessivo di circa 90 milioni e circa 2,2 milioni all’anno di costi di esercizio.

«La funivia potrebbe trasportare circa 3600 passeggeri all’ora che vuol dire dalle 35 alle 40 mila persone al giorno, il 55-60% delle persone che ogni giorno si spostano in Valbisagno – ha spiegato Cillara Rossi – Il vantaggio di questo sistema, però, è di essere completamente svincolato dalla strada e dai parcheggi». Sia per i piloni di sostegno della fune che per le stazioni verrebbero utilizzati punti di appoggi già esistenti: ponti, passerelle e piastre sul Bisagno.

«Sono previsti in tutto 24 punti di appoggio – ha spiegato Cillara – Dieci piloni e 14 stazioni. Il progetto prevede la ricostruzione di 11 passerelle che non sarebbero adeguate». «Questo progetto risolve anche il problema delle sponde destra e sinistra, perché, seguendo l’alveo del torrente, servirebbe entrambe le sponde».

Le cabine viaggerebbero a un’altezza media di 18 metri e avrebbero la capacità di trasportare 15-20 persone. «Noi abbiamo già presentato il progetto a Comune e Regione e abbiamo ricevuto apprezzamenti – ha spiegato Cillara – Abbiamo anche ricevuto proposte di partnership da privati, a condizione che le amministrazioni lo portino sulla strada giusta». Ma dall’assessore comunale ai Trasporti, Anna Maria Dagnino, la reazione per ora è cauta: «Credo che un problema da risolvere sia quello della distanza, eccessiva, fra una stazione e l’altra – spiega – Il passo avanti che si può fare, comunque, anche assieme ai progettisti, è quello di uno studio sui flussi di traffico in Valbisagno».

Secondo i promotori del progetto, oltre che essere un’opera utile alla collettività, la realizzazione dell’impianto a fune sarebbe in grado di generare importanti ricadute di ritorno di investimento; alla luce di ciò, si sono rivolti alle amministrazioni locali, auspicando una loro manifestazione di interesse volta ad avviare una proficua collaborazione pubblico-privato.