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Ponte Calatrava, la Corte dei conti veneta assolve l’archistar sui costi

Il collegio della Corte dei Conti del Veneto ha assolto l'architetto catalano Santiago Calatrava e tre tecnici del comune di Venezia per un presunto danno erariale di 3,8 milioni di euro in relazione alla realizzazione del quarto ponte sul Canal Grande di Venezia. I tecnici sono Roberto Scibilia, Salvatore Vento e Roberto Casarin che in più tempi hanno seguito la discussa infrastruttura.

Il collegio in oltre 400 pagine dà un giudizio avverso alla tesi del Procuratore Carmine Scarano, che ha già annunciato ricorso in Appello. Il ponte, poi ribattezzato 'della Costituzione', in acciaio vetro e pietra, aveva visto lievitare, oltre i tempi di realizzazione, anche i costi di costruzione per oltre 3 milioni di euro. A questi si erano aggiunti quelli legati alla manutenzione (i gradini in vetro si rompono facilmente soprattutto con il passaggio continuo dei trolley dei turisti), alla pulizia ma anche al fatto che debba essere costantemente monitorato per il rischio di cedimento a causa della subsidenza delle rive su cui appoggia tra la stazione ferroviaria e il terminal automobilistico di Piazzale Roma.

Intanto il procuratore Scarano ha già annunciato il ricorso in appello. Secondo il suo parere nella sentenza c’è una «probabile fragilità nella decisione – ha dichiarato all’Ansa – a fronte di un'inchiesta ampiamente documentata non solo dalle indagini condotte ma anche dal dato di fatto che l'opera, con il surplus di costi a carico del 'pubblico', non risponde alle attese per cui è stata realizzata».

Un ulteriore ramo d'indagine, da parte della Procura della Corte dei Conti, riguarderà la cosiddetta 'ovovia' per i disabili. Il ponte ideato nel 1999 e aperto nel 2008 non prevede il transito di persone con problemi di deambulazione. Per questo è stata realizzata, ma entrata in funzione a singhiozzo per problemi tecnici, una struttura a cremagliera che è almeno altri 2 milioni di euro.