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Panucci (Confindustria): prioritario intervenire su internazionalizzazione e innovazione

I dati più recenti «indicano che la ripresa è alla nostra portata. Scelte sbagliate o persino timide ci impedirebbero di coglierla. Per questo serve determinazione e l'adozione coraggiosa, senza indugi, di misure che liberino le energie delle imprese». Lo ha detto il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, nel corso di un’audizione alla Camera, alla quale ha partecipato insieme al leader dei giovani industriali Marco Gay, sottolineando la necessità di rafforzare l’impianto del decreto con misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti.

Rilancio degli investimenti e accesso al credito, ha sottolineato Marcella Panucci, sono due questioni cruciali in questa fase economica. Per rafforzare le misure del decreto è prioritario intervenire su internazionalizzazione e innovazione, che «rappresentano potenti veicoli di competitività e di crescita per l’Italia».

Occorre, ha sottolineato Marcella Panucci, «rimuovere gli ostacoli che frenano l’attività internazionale delle imprese. Ostacoli legati in particolare a un sistema di strumenti finanziari e assicurativi per l’internazionalizzazione che appare – soprattutto nel confronto con i principali paesi concorrenti – non pienamente adeguato a cogliere le esigenze delle imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni».

Per Panucci gli strumenti di Sace e Simest devono essere resi «più efficaci». E il sistema Export Banca va potenziato, semplificato e ampliato. Le modifiche societarie che hanno portato all’acquisizione di Sace e Simest da parte del gruppo Cassa Depositi e prestiti potrebbero essere l’occasione per riorientare gli strumenti per il finanziamento dell'internazionalizzazione.

 Marcella Panucci ha sottolineato anche la necessità di potenziare il capitolo del decreto che riguarda le Pmi innovative. La misura potrebbe, infatti, «innestare un circolo virtuoso incentivando le imprese a investire per ottenere lo status di Pmi innovativa». Innanzitutto, sottolinea il direttore generale di Confindustria, dovrebbe essere ampliato il concetto di “innovazione”, riprendendo la definizione Ocse, «per includere sia gli investimenti per acquistare tecnologie ad alto profilo innovativo che le spese per realizzare le altre attività innovative».

Panucci ha anche sottolineato che la scelta di concedere agevolazioni fiscali solo ai soggetti che investono nel capitale sociale di Pmi innovative con meno di 7 anni di anzianità ridurrà fortemente la portata della misura. Sarebbe opportuno, ha detto il dg di Confindustria, «eliminare tale vincolo, sottoponendo l’agevolazione all’approvazione della Commissione europea».

Dovrebbe anche essere rivista la disciplina fiscale sugli ammortamenti, in linea con l’originaria proposta di Confindustria «volta a far emergere nei bilanci le spese in ricerca e innovazione. Questa proposta, che non richiederebbe copertura finanziaria, migliorerebbe la patrimonializzazione delle Pmi, aumentandone il potere negoziale nei rapporti con le banche».