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Padoan: «Stabilità passo avanti per crescita e lavoro»

Tempo di bilanci per la Stabilità, ormai a un passo dalla meta. Dopo Renzi, fa il punto anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che parla di « ulteriore passo avanti della politica economica del governo», il cui «fine ultimo» è «la creazione di posti di lavoro di buona qualità, grazie al ritorno a una crescita sostenuta e sostenibile».

Il taglio delle tasse che scatta dal 1° gennaio, prosegue la nota diffusa, «accrescerà il reddito e la fiducia delle famiglie e quindi dei consumi, che quest’anno sono finalmente ripresi».
Nel complesso, poi, le misure introdotte dalla legge di Stabilità sono «coerenti con l’azione pluriennale di consolidamento dei conti pubblici, che vede, a partire dal 2016, il debito calare dopo otto anni di aumento e che rafforza la credibilità interna ed internazionale del paese».

Altro punto di forza della manovra, ricorda il ministro sono «gli sgravi fiscali sulle nuove assunzioni e gli incentivi fiscali, rafforzati al Sud», misure che «daranno un impulso alle imprese per sostenere i programmi di investimento, ampliare le attività, assumere personale e puntare sull’innovazione».

Per Padoan «allo stesso tempo questa legge di stabilità presta grande attenzione ai cittadini in difficoltà». Vanno infatti in questa direzione « gli interventi sui “salvaguardati”, che potranno accedere anticipatamente alla pensione, e per le donne che potranno lasciare il lavoro con 35 anni di contributi».

La Stabilità si rivelerà positiva anche per i pensionati a basso reddito, categoria che potrà contare sull’innalzamento anticipato al 2016 della “no tax area”, «la soglia di reddito entro la quale non si paga l’Irpef». A completare un quadro che il ministro considera assolutamente positivo, gli interventi sociali per la crescita, «la nostra risposta alla minaccia globale del terrorismo. Una risposta – conclude Padoan – sul piano della sicurezza materiale ma anche della cultura e dell’inclusione, con investimenti sulle periferie urbane e spese per rilanciare i consumi culturali».