I salari reali devono aumentare, perchè ci sia una vera ripresa globale e sentita in modo più ampio. La richiesta arriva dal capo economista dell'Ocse, Catherine Mann, rilevando come negli anni tra 2010 e 2014 l'aumento dei salari è stato molto ridotto, mentre la produttività è aumentata in modo rilevante. Tra l'altro, migliorano le stime di crescita per i Paesi dell'Unione Europea, mentre peggiorano le prospettive economiche di Cina e Brasile, laddove si conferma la solida ripresa degli Stati Uniti. E' il quadro dipinto dall'interim economic assessment dell'Ocse, che prevede per l'Eurozona una crescita dell'1,4% quest'anno, in accelerazione rispetto al +0,9% del 2014.
Si tratta di una revisione al rialzo di 0,3 punti rispetto al +1,1% previsto nell'economic outlook di novembre. Per il 2016 si prevede per l'area euro una crescita del 2% nel 2016 (+1,7% secondo le stime di novembre). Corre in particolare la Germania che, dopo aver chiuso il 2014 con un +1,6%, è prevista in espansione dell'1,7% quest'anno (+1,1% secondo le stime di novembre) e del 2,2% nel 2016.
Revisione al rialzo anche per la Francia che, dopo essere cresciuta dello 0,4% nel 2014, segnerà, secondo l'Ocse, incrementi del pil pari all'1,1% quest'anno e all'1,7% il prossimo (+0,8% e +1,5% secondo l'Economic Outlook scorso), mentre subisce una lieve correzione al ribasso (-0,1%) il dato sul Regno Unito (+2,6% nel 2015, lo stesso dato del 2014).
Migliorano le stime di crescita anche per l'economia italiana. Mentre si conferma che il 2014 si è chiuso in recessione (-0,4%), per quest'anno è prevista una crescita del pil dello 0,6%, in miglioramento di 0,4 punti rispetto all'outlook di novembre (+0,2%). Per il 2016 si prevede un +1,3% contro l'1% di novembre, con un miglioramento quindi di 0,3 punti.
"I bassi prezzi del petrolio e gli effetti del quantitative easing da parte della Bce costituiscono dei nuovi, importanti e positivi fattori di crescita per spiegare la revisione al rialzo delle stime sulla crescita economica dell'area euro", spiega l'Ocse, precisando che questo fornisce un'opportunità per l'area euro di evitare un prolungato periodo di stagnazione, mercati del lavoro deboli e inflazione troppo bassa.
Detto questo, l'Ocse esorta a incrementare gli investimenti per accelerare la ripresa nell'area euro e i governi devono sostenere questo piano. In quest'ottica il piano Juncker offre un'importante occasione per catalizzare investimenti privati con il sostegno pubblico entro i vincoli di bilancio attuali. "Agendo insieme i Paese dell'Ue possono avere un impatto maggiore della domanda e portare avanti progetti di investimento con rendimenti elevati".