Con la clausola di flessibilità Ue per gli investimenti si potrebbero sbloccare fino a 3 miliardi da destinare esclusivamente al rilancio del Mezzogiorno con la realizzazione di opere immediatamente canteriabili e progetti già pronti. Non solo. Nel piano per il Sud che il governo sta definendo in questi giorni per presentarlo ufficialmente il prossimo 15 ottobre con la legge di stabilità, ci sarà anche un pacchetto mirato di incentivi fiscali per sostenere lo sviluppo delle imprese che creano nuova occupazione e vogliono crescere sul mercato.
In questo senso si lavora non solo a un taglio già dal 2016 dell’aliquota Ires per il solo Mezzogiorno, ma anche a un pacchetto mirato sul lavoro al Sud con un credito d’imposta per chi assume, una riduzione dei contributi sociali e un bonus per sostenere gli investimenti e le operazioni di fusioni e acquisizioni.
L'idea di fondo del Governo, resa nota ieri dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan nel corso di un'intervista a Skytg24, è che «sul Sud non servono riforme eccezionali ma l’implementazione puntuale delle riforme esistenti, su istruzione, salute, giustizia e lavoro». Da accompagnare con interventi sulle infrastrutture. E una delle leve per rilanciare gli investimenti al Sud individuata nel piano del Governo è proprio il rilancio di un programma di opere da realizzare a partire da quelle immediatamente cantierabili nei comuni e dai progetti già definiti a carattere interregionale.
Per centrare l’obiettivo il Governo dovrà invocare la clausola per gli investimenti con la legge di stabilità 2016 per poter escludere dal calcolo del deficit strutturale del cofinanziamento nazionale gli investimenti finanziati con fondi europei. Per incassare la clausola, non certo concessa in automatico da Bruxelles, si dovrà accelerare sugli investimenti al Sud utilizzando i fondi del nuovo ciclo di programmazione europea 2014-2020 e soprattutto arrivando in tempi rapidi alla piena operatività dell’agenzia per la coesione.
Un ruolo strategico per centrare l’obiettivo sarà riservato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, secondo il piano, dovrebbe contribuire all’individuazione delle opere immediatamente canteriabili già proposte dai comuni e di importanza sovraregionale.
La maggiore flessibilità di bilancio, poi, potrebbe essere utilizzata non solo per sostenere la maggiore spesa in conto capitale ma anche per gli incentivi fiscali per chi crea occupazione al Sud. Come ha detto ieri Padoan non si ragiona solo sul taglio dell’Ires per le imprese del Mezzogiorno ma nel pacchetto di interventi c'è anche un pacchetto di sgravi contributivi e credito d’imposta per nuove assunzioni. Un credito d’imposta da riservare alla imprese che creano occupazione nel meridione, come avvenne con successo nel 2008 in termini di crescita dei contratti a tempo indeterminato al Sud.
Oltre al bonus fiscali si punterebbe, come detto, anche un pacchetto di interventi per la riduzione dei contributi sociali implementando e modificando su misura gli sconti già esistenti, come quello concesso per i soli operai nelle aree svantaggiate del Centro-Nord (pari ai due terzi del contributo pensionistico, per ammortizzatori sociali, per malattia e Inail). Lo stesso sconto si potrebbe riservare ai soli “impiegati” al Sud. Così come la riduzione dell’11,5% dei contributi per gli operai edili assunti a tempo pieno la cui aliquota potrebbe essere potenziata nel Mezzogiorno anche a sostegno del settore edile. Mentre per l’agricoltura si potrebbe introdurre una sgravio sui contributi previdenziali e Inail. Infine per favorire le operazioni di fusione e acquisizione sarebbe allo studio un bonus ad hoc spendibile da subito nel regime del “de minimis”. Un aiuto da 200mila euro spalmato in tre anni per singola impresa che esclude di fatto l’obbligo di notifica alla Commissione Europea dell’agevolazione ai fini della compatibilità con il sistema comunitario.