Le opere incompiute sono 649, servono 511 milioni solo per quelle statali

Opere pubbliche non completate per mancanza di fondi, per intoppi tecnici, per sopravvenute norme di legge a cui non è seguita la modifica progettuale, per fallimento dell'impresa appaltatrice, per mancato interesse della stazione appaltante. 

L'«Anagrafe delle opere incompiute», previsto dall'articolo 44-bis del decreto Salva-Italia del governo Monti (Dl 6 dicembre 2011, n. 201), e diventato operativo con il decreto del Ministero delle Infrastrutture 13 marzo 2013, n. 42 , arriva alla sue terza edizione, con la pubblicazione sul sito del Mit dell'elenco nazionale e degli elenchi regionali. Le opere incompiute sono 649, rispetto alle 692 dello scorso anno, ma il Ministero non fornisce alcun dato sugli importi.

Solo per le 35 opere del ministero delle Infrastrutture si tratta di un valore complessivo di 1.178 milioni di euro, a cui mancano 511 milioni per completare i lavori. Qui la parte del leone la fa la Città dello sport di Tor Vergata, a Roma, opera da 607 milioni pensata per i mondiali di nuoto del 2009 ma ferma al 16% di avanzamento e a cui mancano 406 milioni di euro per essere completata. In base al Dm del 2013 sono teoricamente obbligati a comunicare la lista delle proprie incompiute – entro il 30 giugno di ogni anno al Ministero o alla propria Regione – tutti gli enti appaltanti, ma non essendoci sanzioni il monitoraggio è a macchia di leopardo.

Ad esempio la lista della Lombardia comprende 35 opere, altrettante quella della Toscana, 27 in Emilia Romagna, 67 in Sardegna e 81 in Puglia, mentre in tutta la Campania sono state segnalate solo 12 incompiute. Nell'anagrafe aggiornata pubblicata, fra l'altro, mancano i dati della Sicilia, «in corso di stesura» segnala il Mit, nel cui sito attraverso il Sistema Informativo di Monitoraggio delle Opere Incompiute (SIMOI) si possono analizzare i dati delle opere incompiute.

Finora questi elenchi non sono serviti a nulla, vista anche la poca completezza e sistematicità. Ma il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio annuncia un cambio di registro: «Dobbiamo andare oltre la stesura dell'elenco – dichiara – e istituire a cura del Ministero un'apposita task force che, così come avvenuto con l'Agenzia della Coesione per i Fondi europei, segua punto per punto le opere meritevoli di essere completate».

Delrio vuole cioè andare al di là delle scarne e spesso poco comprensibili informazioni indicate nelle tabelle, approfondire le cause del blocco e capire cosa si può fare per far ripartire queste opere. Non sempre il problema è la mancanza di finanziamenti (dovuta all'aumento di costi o al fatto che si tratta di lotti successivi non coperti), e comunque spesso le opere sono comunali o regionali, dunque non spetta allo Stato stanziare i fondi mancanti. A volte sono intoppi approvativi o cause tecniche sopravvenute. Nel caso dei fondi europei e coesione, citato da Delrio, c'erano invece sempre di mezzo finanziamenti statali.

Spulciando tra le opere statali incompiute troviamo anche il Nuovo Palazzo del cinema di Venezia (84,2 milioni di euro, opera ferma al 47%, mancano 22 milioni), la linea ferroviaria Ferrandina-Matera (165 mln, ferma al 18%, mancano 35 milioni anche se la causa del blocco è tecnica). Tra le opere piemontesi il palasport di Asti in project financing (19,5 milioni, opera mai partita per «motivi tecnici»: che significa?) e un altro Pf per l'area ex Tabasso di Chieri (16 mln, 0%), e il nuovo ospedale della ValleBelbo (39mln, fermo al 27%).

In Toscana c'è la variante al SR 429 Empoli-Castelfiorentino (96,8 milioni, ferma al 79% per mancanza di fondi), nel Lazio un lotto della SR dei Monti Lepini (78,9 mln, ferma al 61% per «motivi tecnici»). Ma moltissimi sono anche i piccoli lavori, sotto il milione o anche sotto i 500mila euro.

Quante sono le opere incompiute: