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L’auto si usa ma non si possiede: soltanto 6 auto su 10 sono intestate ai privati

La “mia auto” diventerà “l’auto che uso”. La cara e vecchia quattro ruote resterà anche nei prossimi anni il mezzo di trasporto preferito, ma soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni “l’appeal del bene auto” si è “al momento ridimensionato”.

Lo sostiene il rapporto “L’evoluzione della mobilità degli italiani” realizzato da Censis e Aniasa, l’associazione dell’autonoleggio. Gli italiani useranno l’auto senza per forza possederne una. La conferma arriva da alcuni dati.

Nel 2014 ben il 37,4 per cento delle auto erano intestate a persone giuridiche e solo il 62,6 per cento a privati e negli ultimi dieci anni la quota di mercato dei giovani tra 18 e 29 anni è scesa dal 14 all’8 per cento. “Certamente”, si legge nel rapporto, “gioca un ruolo decisivo la transizione demografica con i giovani, che sperimentano crescenti difficoltà occupazionali e di accesso al credito”.

Elementi che hanno contribuito a determinare il successo dei sistemi di car sharing nelle grandi città. “Se all’epoca del boom economico avere un’auto era sinonimo di libertà”, ha spiegato il vicepresidente Aniasa, Andrea Cardinali, “ora ha costi alti e problemi come il traffico e il parcheggio ma ci sono le condizioni per liberarsi da queste situazioni”.

“Il settore del noleggio veicoli è per sua natura parte integrante della sharing economy”, ha aggiunto il presidente Aniasa Fabrizio Ruggiero, “stiamo procedendo verso un’offerta unica di mobilità che prevede oltre all’utilizzo del veicolo per il tempo utile, da 15 minuti a 5 anni, anche altri strumenti come l’accesso alle aree a traffico limitato e parcheggi”.

Per accompagnare questo percorso l’associazione chiede alle istituzioni di facilitare lo spostamento delle persone attraverso la diffusione di sistemi tecnologici adeguati come parcheggi intelligenti, accessi a Ztl telematici e reti 4G con cui le smart car possano dialogare. Oltre allo sviluppo tecnologico, sostiene l’associazione, servirebbe anche un adeguamento normativo e la semplificazione burocratica.

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