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L’abitacolo sempre connesso un affare da 40 miliardi di euro

Connesse, autonome, condivise ed elettriche. Le auto del futuro saranno ad alto contenuto di tecnologia e sostenibilità ambientale, ma con un ruolo sempre più determinante del software.

Lo studio realizzato dalla società internazionale di consulenza aziendale AlixPartners, di recente presentato a Milano alla manifestazione FORUMAutoMotive, delinea le tendenze che guideranno l’evoluzione dell’industria dell’auto nei prossimi 20 anni. Trasformazioni che interesseranno in primo luogo i servizi offerti dai veicoli. Le novità destinate ad affermarsi più rapidamente sono quelle che permettono di integrare smartphone e tablet con il sistema di intrattenimento di bordo o con quello di navigazione.

Secondo l’indagine, il mercato globale delle «connected car», che nel 2013 ha registrato un valore di 16 miliardi di euro, arriverà a quota 40 miliardi nel 2018. I tassi di penetrazione più alti entro i prossimi tre anni si registreranno soprattutto in Giappone (85%) e Nord America (80%), anche se sarà la Cina, per le enormi dimensioni del suo mercato, a registrare il più alto valore assoluto per numero di unità di connessione installate (22 milioni). «In questo settore c’è ancora molto da fare, ma ci sono già casi virtuosi: General Motors per esempio ha già da qualche tempo un portafoglio di servizi, mentre FCA sta lavorando molto su questo aspetto », spiega Giacomo Mori, managing director di AlixPartners in Italia. Prospettive di crescita molto positive sono previste anche per il mercato delle auto con guida assistita.

Se l’automobile totalmente autonoma, in grado di liberare l’attenzione del conducente, arriverà sulle strade solo nel 2020 o oltre, nel frattempo aumenterà la penetrazione dei sistemi avanzati di ausilio alla guida (Adas) già esistenti. Le tecnologie per evitare collisioni frontali o per il parcheggio automatico si diffonderanno con tassi di crescita compresi tra il 10% e il 12% all’anno per i prossimi cinque anni. Nel 2020 il fatturato globale del settore Adas supererà i 10 miliardi di dollari, contro i 3,8 del 2014, anche se la redditività sarà in parte messa a rischio dagli ingenti investimenti necessari per la Ricerca e sviluppo e dalla graduale diminuzione dei prezzi di tecnologie già mature.

Continuerà, invece, anche in futuro la diffusione del car sharing, grazie alla sua capacità di rispondere alle nuove tendenze sociali e culturali. Il numero di utenti, passato tra il 2006 e il 2014 da 0,4 a 4,9 milioni, toccherà secondo l’indagine quota 26 milioni nel 2020, con una crescente importanza di aree diverse da Europa e Nord America dove si è inizialmente registrato il boom dell’auto condivisa. Possibile in questo quadro anche l’arrivo sul mercato di grandi player sul modello di Zipcar, la società leader mondiale attiva in aree metropolitane e campus universitari europei, canadesi e statunitensi con oltre 900 mila utenti, dimostrazione di come il modello di business del car sharing possa diventare profittevole in situazioni di economie di scala.

Più deludenti invece le previsioni di crescita della mobilità elettrica: nell’immaginario collettivo rappresenta l’evoluzione naturale delle quattro ruote, ma diverse barriere ne ostacolano la diffusione. Da una parte, spiega il promotore di FORUMAuto-Motive Pierluigi Bonora, il Dieselgate «ha accelerato la strategia di elettrificazione del parco auto e ci sono costruttori che hanno già annunciato di voler fare a meno dei carburanti fossili a partire dal 2050». Dall’altra, però, aggiunge Mori, «la ridotta autonomia delle batterie, insieme al costo elevato delle auto e alla mancanza di una rete capillare di punti di ricarica fanno sì che ogni anno si rivedano al ribasso le previsioni di crescita. Oggi le e-car rappresentano lo 0,4% delle vendite totali di auto nuove a livello globale e i più ottimisti stimano una fetta di mercato tra il 3% e il 6% nel 2025». Uno studio della società AlixPartners delinea le tendenze che guideranno l’evoluzione dell’industria dell’auto nei prossimi 20 anni.