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«Insieme per la crescita», la linea Squinzi piace a governo e imprese

Squinzi «ha rappresentato bene la realtà di un Paese che ha affrontato una lunga crisi». L’applaudita relazione del presidente Giorgio Squinzi agli industriali riuniti in assemblea all’Expo di Milano ha convinto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, così come il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, secondo cui lo scenario positivo delineato dal leader degli industriali «è il risultato di un lavoro di squadra fra governo, imprenditori e lavoratori e ci dice che dobbiamo andare avanti così».

Soddisfatto anche il collega Maurizio Martina (Agricoltura): nel suo discorso Squinzi «ha riconosciuto quello che il governo ha fatto in questi quindici mesi per stare accanto alle imprese». Punto d’incontro la volontà di non accontentarsi: «Ci vuole un piano di investimenti. La chiave di tutto è sostenere l'occupazione stabile, rendere i contratti più stabili possibili e sostenere investimenti».

Più scettico il commento di Cesare Damiano, ex ministro e presidente della commissione Lavoro alla Camera, soprattutto sul miglioramento della situazione occupazionale italiana grazie alla recente riforma del mercato del lavoro. Per avere una conferma di un nuovo corso, ha sottolineato Damiano a margine dell’assemblea degli industriali, «bisogna vedere l'efficacia dell'azione di governo, per quanto riguarda il contratto a tutele crescenti aspettiamo i dati Istat di fine giugno per vedere se l'occupazione aumenta». Comunque, «il contratto a tutele crescenti sta avendo successo – ha aggiunto Damiano – anche perché incentivi così forti a favore dell'impresa non ci sono mai stati».

La leader della Cgil, Susanna Camusso, ha invece sottolineato come il discorso di Squinzi fa affidamento su una ripresa «che deriva da fattori esogeni e che se non determina anche investimenti e iniziative strutturali nel nostro Paese sarà del tutto effimera». «Che Confindustria abbia un'opinione diversa sul jobs-act non mi pare una notizia – ha poi aggiunto – la cosa che invece preoccupa è che in una relazione fondata sull'innovazione si proponga in realtà la ricetta più antica del mondo e cioè quella della riduzione dei salari, esattamente l'opposto di quello che ha bisogno il nostro paese per crescere».

Il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, ha colto invece diversi spunti positivi nell’intervento del presidente degli industriali, in particolare «sul bisogno di rinnovare il modello contrattuale». La Cisl, ha spiegato, «pensa che la contrattazione debba oggi significare più produttività», puntando sul contratto aziendale, strumento con il quale «si rendono più pesanti le buste paga e si tengono in piedi le imprese». Quanto poi alla prossima stagione per il rinnovo dei contratti nazionali, la leader della Cisl ha ricordato che «ci sono già stati rinnovi importanti», e ha citato i contratti del settore edile e quello del commercio: «Ora ne abbiamo altri da portare a casa».