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Infrastrutture: sono 692 le incompiute, valgono 3 miliardi di euro

Stando all’attuale anagrafe delle opere incompiute, nel nostro paese sono 692 i lavori non terminati, per un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro di spesa pubblica; per di più, secondo quanto dichiarato dal Viceministro alle Infrastrutture Nencini, il loro numero è destinato tristemente a crescere. Le amministrazioni locali, infatti, continuano, non senza ritrosia, a trasmettere dati relativi ai loro territori, che raccontano spesso storie di abbandono, noncuranza, valutazioni approssimative, interessi particolari e superficialità. Di volta in volta, dunque, viene alla luce una nuova opera i cui lavori hanno conosciuto un inizio ma mai una fine.

Per quanto riguarda la tipologia delle opere, in effetti la loro natura è estremamente variegata: si passa dai loculi cimiteriali alle grandi opere architettoniche. Per questa ragione, ha spiegato Nencini in occasione di un convegno sul tema tenutosi a Roma nelle settimane passate, bisogna scavare all’interno dell’anagrafe per “verificare quali opere sono ancora oggi necessarie allo sviluppo del territorio. Quelle che lo sono vanno finanziate”. La conclusione delle opere richiederà investimenti per circa un miliardo e duecento milioni, bisogna dunque scegliere bene ed evitare ulteriori sprechi.

Si tratta inoltre di finanziamenti che difficilmente il settore pubblico potrà sostenere da solo, per questa ragione si rende necessario il coinvolgimento di attori privati, una partnership che il Governo intende favorire introducendo due novità importanti: i bonus fiscali e la possibilità di modificare la destinazione d’uso delle opere rimaste a metà. È lo stesso viceministro che solo qualche settimana fa, in occasione di un convegno sul tema, ha anticipato questi cambiamenti; ''Stiamo pensando – ha spiegato Nencini – a bonus fiscali sia alle Imprese che volessero ereditare le opere incompiute, sia agli Enti locali che adottassero provvedimenti per favorire questa soluzione.

E' un percorso che andrà fatto insieme alla 'sentinella' del tesoro''. ''Non escludo – ha proseguito – la possibilità di revisione di natura urbanistica delle opere incompiute prevedendo una destinazione d'uso che possa rappresentare un incentivo per i privati ad intervenire''.