Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Infrastrutture globali: al via nel 2016 cento progetti

Il mondo ricomincia ad investire in infrastrutture anche per sostenere l'uscita dalla crisi. Tra ponti, impianti energetici, infrastrutture ferroviarie e aeroporti, per le cento più grandi opere al via l'anno prossimo verranno spesi 558 miliardi di dollari. 

L'opera più costosa che vedrà la sua prima pietra posarsi nel 2016 è il Chuo Shinkansen in Giappone. Un tracciato, lungo 286 chilometri ad alta velocità per oltre il 90% sottoterra, per treni a levitazione magnetica che consentirà di raggiungere Osaka dalla capitale Tokyo in soli 67 minuti. Costo previsto: 38,5 miliardi di dollari. Una cifra di tutto rispetto.

Ma chi torna a spendere in infrastrutture nel 2016 è soprattutto è l'Europa. Nella mappa Cg-La (che tiene conto delle cento opere più grandi il cui avvio è previsto in un lasso di tempo compreso fra i tre e i 18 mesi) al Vecchio continente fanno capo 19 progetti per il 2016, per un totale di 115,7 miliardi di dollari. Un record: nel 2014 i progetti erano solo tre, per un totale di 37 miliardi, meno di un terzo della cifra stimata per il 12016; mentre nel 2014 la somma stanziata si aggirava intorno ai 92 miliardi. 

L'Europa ha anche un altro primato, ed è quello di ospitare il Paese che spenderà di più in grandi opere nel 2016: la Gran Bretagna, con 57,7 miliardi di dollari. Supera anche gli Stati Uniti (40,6 miliardi) e persino la Cina (39,5 miliardi).

Cosa c'è in cantiere? Innanzi tutto il circuito ferroviario ad alta velocità, che da solo costerà 30 miliardi di dollari; poi c'è il potenziamento dei trasporti su rotaia di Londra, l'interconnettore elettrico della ElecLink e anche l'impianto nucleare di Hinkley Point C, nel Somerset, finanziato da Edfe dai cinesi della China general nuclear corporation. Grandi spese sono in vista anche per la Francia, che dedicherà oltre 21 miliardi di dollari al potenziamento delle vie d'acqua dalla Senna in direzione Nord Europa. E l'Italia? 

Dopo tanti anni d'assenza, questa volta fa capolino nella classifica Cg-La grazie al Tap, il gasdotto transadriatico che collegherà la Puglia con l'Albania e la Grecia. A livello globale, con 137 miliardi previsti, l'alta velocità ferroviaria sembra l'infrastruttura più gettonata. Oltre al Giappone, investiranno, fra gli altri, la Malaysia, con un progetto da 11 miliardi di dollari per collegare Kuala Lumpur al centro nevralgico di Singapore; la Cina (18 miliardi) per unire Shanghai a Chengdu; l'India, che spenderà 15 miliardi per il corridoio tra Mumbai e Ahmedabad; la Thailandia (8 miliardi), che intende connettere Bangkok a Chiang Mai.

Per il 2016 alle porte gli esperti di Cg-La segnalano soprattutto due trend che influenzeranno le scelte degli investitori. Il primo è un aumento dell'interesse verso i progetti infrastrutturali legati alle energie rinnovabili. E il motivo è molto semplice: con i prezzi del greggio così bassi, investire nel campo dell'energia fossile oggi non è affatto conveniente. Il secondo è il positivo effetto a catena che sarà innescato dall'Aiib, l'Asian Infrastructure Investment Bank, la banca fortemente voluta da Pechino (ma supportata da 57 Paesi), che ha come compito proprio il sostegno allo sviluppo infrastrutturale dei Paesi emergenti che gravitano intorno alla sfera d'influenza cinese. Con un budget di circa 100 miliardi di dollari, è indubbia la sua capacità di propulsione della spesa asiatica.

Anche l'Africa, accanto all'Europa, è tra le aree dove cresce di più la spesa pubblica: per le grandi opere nel 2016 il continente arriverà a spendere quasi 42 miliardi di dollari, contro i 13 stanziati per il 2015. Spenderà soprattutto l'Egitto, forte anche dei finanziamenti che gli arrivano dai petrodollari medio-orientali: 3,6 miliardi per la linea 4 della metro del Cairo, 10 miliardi per la ferrovia ad alta velocità tra Alessandria e Assuan, e 11,5 miliardi per un nuovo impianto nucleare. Invece Ruanda, Burundi e Tanzania costruiranno insieme una ferrovia transnazionale che costerà 7,6 miliardi. Sarà, poi, il vento del cambiamento nelle relazioni politiche tra Washington e L'Avana, ma quest'anno nella classifica delle cento opere più importanti al mondo, per la prima volta, entrerà anche Cuba, dove verrà costruito un parco eolico a Maisi. Spesa prevista: 285 milioni di dollari.