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Infrastrutture, disegno di legge Pd per il débat public sulle grandi opere

Il Pd rilancia la discussione sul débat public (mai decollata in Italia neanche dopo la proposta fatta dal Governo Monti nel 2012) e chiede di calendarizzare al Senato, in parallelo alla riforma degli appalti, un disegno di legge firmato dai senatori Stefano Esposito (relatore della riforma del codice in commissione Lavori pubblici), Daniele Borioli e Stefano Vaccari. 

La proposta prevede che la procedura di dibattito pubblico garantisca «la massima informazione dei cittadini e delle formazioni sociali sulle decisioni di interesse pubblico, promuovendo la più ampia partecipazione degli Interessati» e al tempo stesso assicuri «l'imparzialità del confronto del diversi punti dì vista». Un punto, quest'ultimo, che distingue in positivo questa proposta rispetto a quella del governo Monti che prevedendo una commissione presieduta dal Provveditore alle opere pubbliche competente per territorio non sembrava fare un particolare sforzo sul terreno della imparzialità. 

La proposta del Pd prevede invece che sia istituita una commissione nazionale per la garanzia del dibattito pubblico che sarà un organismo indipendente composto di sette membri e collocato presso il ministero dell'Ambiente secondo il modello della commissione Via. 

Il Ddl prevede inoltre che il débat public si applichi obbligatoriamente alle opere strategiche di importo pari almeno a 100 milioni e con un bacino di utenza non inferiore a 250mila abitanti, ma ammette la possibilità di estendere la procedura anche ad altri progetti su richiesta dei proponenti dell'opera o di un consiglio regionale o di più consigli provinciali/comunali che rappresentino almeno 250mila abitanti o di cinquanta deputati o di 25 senatori o ancora di 250mila cittadini residenti in un'area coinvolta dall'opera.

«Proporremo la prossima settimana – dice Stefano Vaccari – di incardinare il disegno di legge in commissione Lavori pubblici con l'obiettivo di farlo procedere in parallelo alla riforma degli appalti, anche se capiamo che i tempi dei due provvedimenti possano essere diversi». L'ispirazione arriva dal modello francese, ovviamente, «ma anche da esperienze legislative regionali italiane come quella della Toscana». L'obiettivo – dice Vaccari- «è dare spazio secondo procedure codificate non solo alle istanze delle istituzioni locali, ma anche a quelle dei cittadini. Questo da una parte può contribuire a migliorare i progetti , dall'altra può garantire tempi e modi certi evitando che contestazioni o semplici istanze migliorative insorgano dopo le approvazioni. Auspichiamo che su questa proposta possano convergere, sia pure con proposte di modifica, tutte le forze politiche, a partire dai Cinque stelle che di questo tema ha fatto in passato una priorità».

Ma come funziona il percorso del débat public nella proposta Esposito-Borioli-Vaccari? Alla fine del confronto indetto dalla Commissione nazionale il «referente» scelto dal soggetto proponente per seguire la procedura mette a punto un rapporto «conclusivo in cui riferisce del processo adottato, degli argomenti che sono stati sollevati nei corso del dibattito e delle proposte conclusive cui ha dato luogo, ivi incluse le eventuali ipotesi alternative emerse, nonché del grado di consenso raggiunto». 

Il rapporto viene approvato dalla commissione e poi pubblicato. Alla fine di questi termine il soggetto proponente opta per una delle tre opzioni: rinunciare al progetto; proporre modifiche; affermare l'intenzione di realizzare il progetto sul quale si è svolto li dibattito pubblico, motivando le ragioni di tale scelta.

Qualora il proponente accetti correzioni al progetto provenienti dalla procedura di débat public, ha diritto alla riduzione della metà dei tempi «dei procedimenti per l'acquisizione di autorizzazioni, concessioni, nulla osta e atti di assenso comunque denominati previsti dalle norme vigenti, ai fini del rilascio del titolo a costruire e ad esercire le infrastrutture o gli impianti in conformità al progetto in tal modo variato.