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In Regione Veneto: rinnovato il Protocollo di Legalità sugli Appalti

La Regione del Veneto ha autorizzato il Presidente a sottoscrivere il rinnovo, per altri tre anni con le Prefetture (Uffici Territoriali del Governo), l’Associazione Regionale dei Comuni (ANCI Veneto), l’Unione Regionale delle Province (UPI), del Protocollo di legalità, finalizzato alla prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.

Il rinnovo del Protocollo prima della scadenza del triennio di validità (dopo la prima sottoscrizione nel 2012, era stato nuovamente firmato lo scorso anno), è dettato dall’esigenza di ampliarne il contenuto con l’introduzione delle clausole anticorruzione previste dal Protocollo d’intesa del luglio 2014 tra il Ministero dell’Interno e l’Autorità nazionale anticorruzione.

“Questa intesa, che abbiamo riconfermato in Giunta – spiega l’assessore regionale ai lavori pubblici, Elisa De Berti –, ha lo scopo di potenziare i controlli anticorruzione, al fine di assicurare il preminente interesse pubblico alla legalità e alla trasparenza nell’ambito dei pubblici appalti, anche in attuazione delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso e della corruzione previste dalla nostra normativa regionale”.

“Il protocollo tra Ministero dell’Interno e Anac favorisce l’ampliamento dell’ambito di operatività dei protocolli di legalità oltre il tradizionale campo delle infiltrazioni mafiose – sottolinea l’assessore – per farne uno strumento di prevenzione di portata più generale, in grado di interporre efficaci barriere contro le interferenze illecite nelle procedure di affidamento dei contratti pubblici. Alla repressione sul piano penale è necessario, quindi, affiancare una capillare azione di prevenzione amministrativa, che faccia leva non solo sul rafforzamento degli strumenti normativi ma anche su quelli di carattere pattizio, rafforzando gli impegni alla trasparenza e alla legalità, pure in ambiti non strettamente riconducibili ai rischi di aggressione da parte del crimine organizzato”.

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