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Il Consorzio Asi di Napoli, dopo 20 anni stop al commissariamento

Dopo 20 anni si chiude il commissariamento del consorzio Asi di Napoli che è riuscito finalmente ad eleggere i propri organi di governo. Segno di una svolta nella gestione dell’Ente pubblico economico: avendo bandito una manifestazione di interesse ha ricevuto 70 adesioni. In altre parole, altrettante aziende hanno dichiarato di aver interesse a ottenere suoli su cui insediarsi. Un risultato totalmente inatteso.

Il consorzio per lo sviluppo industriale di Napoli viene costituito nel 1962 con il fine di promuovere le attività produttive negli agglomerati industriali della Provincia di Napoli: Acerra, Caivano, Casoria Arzano Frattamaggiore, foce del Sarno, Giugliano Qualiano e Nola Marigliano, Pomigliano. Alle aziende insediate in queste aree (le maggiori tra cui Alenia e Fca, Avio, Seda, Unilever, e molte altre, il Consorzio fornisce servizi che vanno dalla vendita di suoli industriali, all'erogazione del servizio idrico, manutenzione, manutenzione stradale.

In realtà la gestione delle aree industriali in provincia di Napoli e in generale nell'intera regione, è sempre additata dalle aziende come un fattore di grave svantaggio competitivo. Le strade sono inadeguate e mal tenute, i servizi di rete carenti.

Qui le strade si allagano quando piove, lì i campi rom costringono a una difficile convivenza, la sicurezza e una utopia. Il consorzio Asi, i cui soci sono ben 35 comuni, è un “carrozzone” con troppa politica e poca impresa che non riesce nemmeno a eleggere la propria governance. Viene commissariato nel 1995, negli ultimi cinque anni si avvicendano 4 dei 6 commissari della sua storia. Negli ultimi quattro anni la condizione di amministrazione straordinaria paralizza la vendita suoli, mentre la gestione del servizio idrico integrato produce un elevato contenzioso economico. Il consorzio Asi accumula debiti e crediti elevati per oltre 20 milioni, l’80% dei quali nei confronti di alcune aziende. I comuni non erogano il proprio contributo e il consorzio non riscuote i propri crediti. Il risultato è il degrado a causa della mancanza di fondi da destinare alla manutenzione complessiva delle aree industriali.

Le 450 aziende che vi sono insediate vengono gravate di costi altissimi per far fronte direttamente ai servizi non erogati dal consorzio. Ma comunque denunciano gravi disagi. Ad aprile 2015 il Commissario straordinario Antonio Marchiello, un ex dirigente regionale ai trasporti, riesce a riunire i soci: viene nominato presidente dell’Asi il sindaco di Brusciano, Giuseppe Romano, grazie al parere unanime dell'assemblea generale.

Ricostituiti gli organi consortili, si passa all'assegnazione dei suoli. Viene bandita una manifestazione d'interesse a cui rispondono 70 imprese interessate a insediarsi. Mentre, con un finanziamento regionale ed europeo, il Consorzio vara progetti per 68 milioni di euro per recupero ambientale e infrastrutturazione.

Insomma, il nuovo corso sembra partito. La sfida è in atto: la nuova governance conta di poter portare il consorzio in attivo e attrezzarlo per rendere le aziende e il territorio più competitivo. Ma questo è un capitolo ancora da scrivere.