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Draghi lancia il Quantitative Easing Acquisti per 60 miliardi al mese

Il Quantitative Easing c’è. Il «bazooka» di Mario Draghi, presidente della Bce, prevede 60 miliardi di euro al mese di nuova moneta per rilanciare l’economia, con acquisti condotti fino a settembre 2016. Da marzo la Bce inizierà a comprare titoli sulla base della quota dei vari Paesi nel suo capitale. Il nuovo programma di acquisti include abs e covered bond, oltre che titoli pubblici.

L’acquisto di titoli di Stato operato dalla Bce avverrà secondo un criterio di condivisione del rischio con le banche nazionali dei Paesi interessati, dunque solo una parte delle eventuali perdite sarà ripartita: in particolare solo il 20% del rischio sarà a carico della Bce, il resto a carico delle banche centrali.

Le operazioni di acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario operate dalla Bce avranno «un doppio limite» pari al 33% per il debito di ciascun emittente e al 25% per ciascuna emissione. La scadenza dei titoli da comprare varierà dai 2 ai 30 anni, dunque bond a breve, a medio e a lungo termine. La Borsa ha reagito subito con una fiammata, mentre lo spread è in deciso calo.

A spingere la Bce alla decisione è stato anche l’andamento deludente dei prezzi, con attese di inflazione in calo. «Le misure aiuteranno contro i rischi per le aspettative d’inflazione, vista molto bassa o negativa nei prossimi mesi». L’inflazione crescerà «gradualmente» nel 2015 e nel 2016. «Guardando al futuro, la crescente diminuzione del prezzo petrolio dovrebbe portare a un miglioramento della situazione dei bilanci di famiglie e imprese». Per questo motivo la misura di Qe durerà fino a settembre 2016 e «sarà comunque condotta finché non vedremo una significativa ripresa dell’inflazione verso l’obiettivo, sotto ma vicino il 2%» (a dicembre, i prezzi nell’Eurozona hanno fatto segnare un -0,2%).

Il Qe potrà eventualmente spingere in maniera più forte i prezzi in alcune situazioni locali e specifiche ma «non vediamo bolle», ha detto Draghi. Piuttosto la misura potrà aiutare le banche a procedere al «riequilibrio nei portafogli, cambiando bond con cash» e questo porterà gli istituti a concedere più credito e mutui alle famiglie e alle imprese.

Draghi ha anche spiegato come si è svolto il dibattito dentro il consiglio della Bce: «Il meeting è stato unanime nel dichiarare che l’acquisto è un vero strumento di politica monetaria, in senso legale. È stato stabilito il principio che è uno strumento monetario che può essere usato a certe condizioni ma è comunque un nostro strumento. C’è stata una larga maggioranza favorevole a farlo partire ora, ed è stata così larga che non è servito un voto. C’è stata una buona discussione sul bisogno di agire adesso. E c’è stato anche consenso sulla distribuzione del rischio al 20%». In ogni caso «il programma non prevede alcuna regola speciale per la Grecia», ha risposto Draghi a una domanda su Atene, che qualcuno pensava potesse essere esclusa dall’acquisto dei bond. E ha aggiunto che è contemplato anche l’acquisto di titoli con rendimenti scesi in territorio negativo. C’è una deroga, che consente di comprare titoli con rating speculativo ma solo in presenza di un programma di assistenza, la Troika.

Che la misura «non convenzionale» fosse in arrivo – dopo le indicazioni arrivate nelle ultime settimane dagli stessi membri del board della Banca centrale europea – era stata in qualche modo anticipata dalla nota della Bce che informava che sarebbero arrivate «ulteriori misure di politica monetaria» dopo l’annuncio dei tassi rimasti invariati allo 0,05%, e che sarebbero state comunicate nel corso della tradizionale conferenza stampa alle 14.30, in realtà cominciata con qualche minuto di ritardo: «Scusate molto, erano gli ascensori che non funzionavano», ha scherzato Draghi arrivando nella sala affollata di giornalisti.

«Il Qe è una cosa buona per l’Europa e l’Italia», ha commentato alla Cnn il ministro il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, prima dell’annuncio da parte della Banca centrale. In particolare, l’Italia «ha bisogno del Qe per allontanare il rischio di deflazione», ma allo stesso modo «ha bisogno di consolidamento di bilancio e di riforme strutturali.

Tutt’e tre queste cose sono necessarie». Alla domanda, se il Qe, possa rappresentare un disincentivo per l’Italia a continuare sulla strada delle riforme, il ministro ha risposto che: «Tre anni di recessione sono un incentivo abbastanza forte» per andare avanti. «Noi stiamo facendo una serie di riforme strutturali il più rapidamente possibile, ma quello che penso io è che le riforme strutturali funzionano meglio, quando funziona meglio l’economia».

La Cancelliera Angela Merkel, poco prima dell’annuncio di Draghi, era tornata ad avvertire i partner europei: «Qualunque sia la decisione della Bce i politici non devono distrarsi dal prendere i passi necessari per assicurare la ripresa», ha detto da Davos, precisando comunque di «rispettare l’autonomia» della Bce.

Anche Draghi ha chiesto che le riforme strutturali siano implementate in maniera rapida ed efficiente. La politica monetaria «contribuisce a sostenere l’attività economica», ma «è cruciale che le riforme strutturali siano attuate rapidamente, in modo credibile ed efficace: questo non solo aumenterà il futuro una crescita sostenibile» della zona euro, «servirà anche ad aumentare gli investimenti», ha detto. «La velocità è essenziale».