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Dopo-Expo 2015…

Si sta preparando la grande festa di chiusura di Expo Milano 2015: per sei mesi ogni giorno visitatori da ogni parte del mondo sono entrati nel Sito Espositivo.
Numerosi gli accessi registrati ogni settimana: l’entusiasmo, la curiosità, la voglia di scoprire e di esserci hanno contagiato la gente proveniente da ogni parte del mondo.

Il 31 ottobre i tornelli chiudono alle 17.00. Dopo questo orario non potrà entrare più nessuno.

Il dopo-Expo è considerato da Regione Lombardia importante quanto l’Esposizione stessa perché determinerà conseguenze durature per il territorio negli anni a seguire. La storia delle esposizioni internazionali e universali, insieme a quella di altri grandi eventi di rilevanza mondiale, offre innumerevoli esempi sia positivi che negativi della gestione della fase successiva di tali appuntamenti e insegna che senza una preventiva pianificazione, pur a fronte di investimenti importanti, i risultati finiscono per essere modesti.

L’obiettivo è quello di consegnare ai cittadini un’area rinnovata, moderna e ecocompatibile, che possa innalzare la qualità della vita, attirare investimenti, generare crescita. Il potenziamento e la modernizzazione della rete infrastrutturale di accessibilità all’area in cui si è svolta Expo 2015 sono quindi elemento essenziale.
Proprio per questo, dal 2010, Regione Lombardia, presiede e coordina il “Sotto-tavolo Infrastrutture” (costituito all’interno del “Tavolo Istituzionale per il governo degli interventi regionali e sovraregionali cosiddetto Tavolo Lombardia) che ha il compito di monitorare lo stato di avanzamento delle opere necessarie all’accessibilità del sito.

Il futuro dei padiglioni di Expo, a pochi giorni dalla chiusura dei tornelli, si fa sempre più delineato. Ai commissari dei Paesi è stato chiesto di indicare una destinazione futura per le proprie strutture, immaginandone una «seconda vita». Perché una cosa è certa: dal 1° novembre inizierà – partendo dagli arredi – la fase di smontaggio per liberare, entro il 30 giugno 2016, l’area di Rho-Pero. A rimanere sul sito saranno solamente poche strutture: Palazzo Italia, Cascina Triulza – l’unica struttura preesistente ma ristrutturata ex novo, destinata al volontariato e al Terzo settore – il Padiglione Zero, l’Albero della Vita e, probabilmente, l’Open Air Theatre per il quale però servirà una copertura.

In queste settimane sono state più di 500 le proposte arrivate sulla piattaforma messa a punto dal Corriere della Sera – insieme a Oxway – per immaginare insieme una seconda destinazione per l’area di Rho. Una «sfida di idee» che ha visto confrontarsi – solo per fare qualche esempio – l’esigenza di costruire un polo universitario con quella di uno spazio di ritrovo per giovani, quella di un museo delle culture con quella di una fiera mondiale della nutrizione, quella di un centro polisportivo con quella di una cittadella della giustizia. Ogni partecipante ha espresso la propria idea e messo insieme aspetti diversi di proposte esistenti. Poi si è passati alla fase di votazione e a quella dedicata alla discussione delle proposte.

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