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Dissesto idrogeologico: la prevenzione si fa con la sinergia tra istituzioni e aziende

"Monitorare, prevenire e investire bene". Sono queste le azioni principali che si devono incrementare per far fronte al dissesto idrogeologico. "Sinergia" tra istituzioni e le aziende di sistema infrastrutturale è la parola d' ordine. E' quanto emerso dal workshop "Dissesto idrogeologico: le migliori pratiche di prevenzione" organizzato dal Cise, Centro Elettromeccanico Sperimentale Italiano, che si è tenuto ieri a Roma nella sede dell' associazione Civita.

I dati sul dissesto idrogeologico parlano chiaro. Negli ultimi 70 anni, frane e inondazioni sono state la causa di migliaia di vittime e di una serie di danni, pari a 61,5 miliardi di euro. Secondo i dati contenuti nel primo Rapporto Ance-Cresme, le aree a elevata criticità rappresentano il 9,8% della superficie nazionale e riguardano l' 89% dei Comuni, su cui sorgono 6.250 scuole e 550 ospedali.

Secondo Erasmo D' Angelis, responsabile della struttura di missione #italiasicura di Palazzo Chigi "é necessario combattere il fatalismo tutto italiano, serve una coscienza del rischio ed é necessario sapere cosa fare nei momenti d' emergenza". Sugli interventi già in essere D' Angelis spiega: "Non esistono bacchette magiche, ma tanto lavoro e migliaia di piccoli e medi cantieri. In otto mesi ne abbiamo aperti o riaperti 783 investendo 1.072 milioni dei 2,3 miliardi recuperati e non spesi negli ultimi 15 anni".

D' Angelis ha inoltre ribadito che "abbiamo finalmente un piano nazionale che prevede 7.152 opere in tutte le Regioni, il 90% da progettare, e abbiamo definito una spesa mai finanziata in Italia per 9 miliardi complessivi".

Matteo Codazzi, Ad di Cesi, ha spiegato che "il 2014 sarà ricordato come uno degli anni peggiori, in cui ben 19 Regioni su 20 sono state colpite da catastrofi" sottolineando però che "esistono oggi numerosi strumenti tecnologici e pratiche operative eccellenti che consentono di prevedere, monitorare e intervenire efficacemente per ridurre il rischio e i danni".

'La necessità di un coordinamento unitario del territorio' è un punto fondamentale da sviluppare che accomuna le aziende del sistema infrastrutturale come Anas, Terna, Autostrade per l' Italia e Rfi impegnate "non solo nella manutenzione delle infrastrutture ma nel monitoraggio e nella prevenzione".

Per questo Paola Firmi, responsabile direzione tecnica Rfi ha ricordato gli interventi "circa 430, nel 2015, di Rete Ferroviaria Italiana per la messa in sicurezza delle aree, prossime ai binari, interessate da dissesto idrogeologico, per un investimento complessivo di oltre 145 milioni di euro".

Per Immacolata Postiglione dirigente della Protezione Civile "é fondamentale che il cittadino abbia coscienza del rischio per poi assumere comportamenti corretti in caso di emergenza, aspettare l' allerta non deve essere un albi, servono piani programmati di intervento".

Dunque ' tecnologia e conoscenza' devono essere al servizio delle istituzioni e delle aziende che si occupano degli interventi territoriali. Da qui l' importanza della testimonianza di "una buona pratica" da parte della Valle D' Aosta come ha ricordato Davide Bertolo, dirigente attività geologiche della regione valle D' Aosta "che dal 2009 con un sistema di monitoraggio, fatto da radar, GPS e topografia automatica per prevenire le frane ha consentito una maggiore fruibilità del territorio".