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Delrio: le nuove direttive europee velocizzeranno i cantieri

Bene il nuovo codice degli appalti, «le nuove direttive europee consentiranno una velocizzazione altissima nella realizzazione delle opere, ma non dobbiamo appesantirle». E soprattutto bisogna accelerare negli investimenti, a partire da manutenzione delle reti e logistica.

È la strada che indica il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio per far ripartire il mercato delle opere pubbliche, fiaccato da una «crisi non più sostenibile, che rappresenta la grande differenza tra l'Italia e gli altri paesi europei».

Delrio parla a Napoli, all'indomani del primo sì del Senato alla riforma degli appalti di fronte a una platea di costruttori o che per bocca del presidente dell'Ance Paolo Buzzetti chiedono subito un piano di investimenti e l'introduzione di alcuni correttivi immediati al sistema delle gare, anticipando la riforma complessiva che ieri ha compiuto il primo passo al Senato.

«Ho chiesto all'Anas di triplicare gli investimenti nella manutenzione delle reti», annuncia Delrio. La spa delle strade gestisce circa 11mila tra ponti e viadotti, ha ricordato il ministro, in gran parte realizzati più di 40 anni fa. La spesa per la manutenzione ordinaria si è attestata su 202 milioni nel 2014, mentre il monte investimenti (nuove costruzioni più manutenzione straordinaria) è fermo da almeno tre anni dalla soglia dei due miliardi. Un «massiccio piano di interventi» è invece necessario per superare «gli enormi costi dell'inefficienza logistica", collegando infrastrutture e nodi di trasporto. Senza dimenticare la mobilità urbana e sfruttando a fondo i finanziamenti europei, che con una spesa efficiente «garantirebbero un aumento del 3%del Pil al Sud». Delrio è tornato anche sul nuovo codice appalti sottolineando l'importanza della stretta sulle deroghe e sulle varianti, oltre al focus sulla qualità dei progetti che è "la soluzione per far ripartire i cantieri". Ma il ministro ha anche ricordato che il primo principio da rispettare è il divieto di "gold plating", che impone di non aggiungere prescrizioni nazionali alle disposizioni contenute nelle direttive da recepire entro aprile 2016.

Tempi lunghi agli occhi delle imprese che chiedono correttivi immediati per sbloccare il mercato. A partire da un pacchetto di misure anti-turbativa, con nuovi metodi di calcolo delle offerte e aggiudicazione delle piccole gare (limiti all'offerta più vantaggiosa sotto i 5 milioni). Per finire con la sospensione del performance bond, che sta bloccando diverse grandi opere.

«La priorità ora è ripartire – ha detto Buzzetti – serve un decreto legge per adottare le misure più urgenti». Una proposta che il presidente dei costruttori ha girato anche a Raffaele Cantone, presidente dell'Anticorruzione. «Può essere una buona idea – ha risposto Cantone –se si tratta di anticipare alcuni punti più condivisi della riforma del codice. Sarebbe anche un modo per sperimentarne il funzionamento in vista della riforma generale", che deve avvenire garantendo "una transizione ordinaria", senza salti improvvisi». Ok anche alla sospensione del performance bond. Un no secco però è arrivato da Cantone a provvedimenti d'urgenza sul modello dello Sblocca Italia, che finiscono per creare più problemi di quelli che provano a risolvere.