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CsC Confindustria: l’economia migliora, giù le tasse per rafforzare la ripresa

«La priorità dell'Italia è rafforzare la lenta risalita dell'economia proseguendo lungo la strada delle riforme strutturali, inclusa la riduzione del carico fiscale che zavorra la competitività delle imprese». Lo indica il CsC di Confindustria nell'analisi mensile di luglio 'Congiuntura flash', che ha rilevato «progressi in linea o perfino superiori» alle ultime stime.

Progressi in linea o perfino superiori allo scenario di metà giugno  «I recenti progressi dell'economia italiana sono in linea o perfino superiori a quelli indicati dal Centro studi di Confindustria nello scenario di metà giugno», si legge nella Congiuntura flash: «Aumentano le probabilità di una revisione al rialzo delle stime CsC per il 2015 (+0,8%), grazie anche all'allentamento delle tensioni causate dalla crisi greca».

Secondo l'analisi del Centro studi Confindustria, la produzione industriale in accelerazione del secondo trimestre mostra un andamento coerente con una dinamica del Pil analoga a quanto registrato nel primo (+0,3% sul quarto 2014) e migliore dell'atteso. Nell'industria produzione, fatturato e ordini accelerano, tirati dalla domanda interna come prova il balzo dell'import.

Riparte l’occupazione

Il report segnala che l'occupazione è ripartita: «nonostante la momentanea flessione di maggio (-0,3% mensile), il bimestre aprile-maggio registra un incremento di 63mila unità sul 1° trimestre (+0,3%), grazie all'aumento mensile record di aprile (+131mila unità). A fronte di una forza lavoro che segna un +0,2%, il tasso di disoccupazione nel bimestre resta fermo al 12,4% del primo trimestre.

L'occupazione nel complesso avanzerà in presa diretta con i progressi della congiuntura. Ciò è confermato dal miglioramento delle aspettative delle imprese: per l'estate 2015 il saldo delle risposte si consolida in territorio positivo, a +5,4 per le condizioni in cui operano le aziende e a +4,2 per l'occupazione (Banca d'Italia-Il Sole 24Ore). Tasso di disoccupazione su livelli elevati ma in lento calo nella media dell'Eurozona: in maggio all'11,1%, dall'11,2% nel primo trimestre. Ancora altissimo in Spagna (22,5%), seppure diminuito dal picco di febbraio 2013 (26,3%); pressoché stabile in Francia (10,3%), mentre è ai minimi in Germania (4,7%).

La ripresa dell’Eurozona si sta consolidando

Gli indicatori danno investimenti in recupero. L'offerta di credito si allenta e le misure appena varate per smaltire le sofferenze aiuteranno il rilancio dei prestiti bancari. Inoltre, le condizioni internazionali sono ancora più favorevoli di quelle incorporate nelle ultime previsioni Csc. Il petrolio è del 10% più basso e, con il ritorno del greggio iraniano, tenderà a scendere. Il cambio dell'euro contro dollaro è sceso del 5% e l'avvio, sempre più vicino, della normalizzazione della politica monetaria della Fed lo schiaccerà ulteriormente. L'acquisto di titoli da parte della Bce ripiegherà i tassi di mercato.

La ripresa nell'Eurozona si sta consolidando e l'export del Made in Italy già ne beneficia. È ormai evidente la ripartenza della locomotiva Usa. Il commercio globale è tornato ad aumentare. Grazie all'accordo in extremis, non ci sarà alcun contagio dalla Grecia; sebbene la reazione dei mercati avesse fatto capire che sarebbe stato contenuto, nell'attuale contesto di fragilità economica correre quel rischio sarebbe stato delittuoso. Resta il timore di una frenata più marcata dei paesi emergenti. La violenta correzione della Borsa in Cina non aiuta il difficile passaggio ai consumi del testimone dello sviluppo; finora, però, il dirigismo delle autorità ha pilotato un atterraggio morbido. Si approfondisce la recessione in Brasile. Quella in Russia, invece, si sta attenuando e ciò conforta l'attesa del ritorno all'espansione nella seconda metà del 2015.