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Città metropolitane – Trasporti, infrastrutture, acqua, banda larga: dove servono più investimenti

Bassi livelli di differenziata al Sud e in città come Genova e Roma. Banda larga indietro in tutto il paese. Deficit di trasporti nel Mezzogiorno, ma anche a Bologna, Genova e Firenze. E grossi ritardi sulle infrastrutture idriche, da rimettere in sesto quasi ovunque, con poche eccezioni. È questo il quadro degli investimenti necessari nelle aree metropolitane italiane. I nuovi centri nevralgici del nostro sviluppo hanno ancora bisogno di molte risorse: lo dicono i numeri circolati nelle ultime settimane a margine del progetto Start city, che l'Anci sta curando con Intesa San Paolo e Studio Ambrosetti per individuare le possibili linee di evoluzione delle 14 città metropolitane.

Partiamo dalla situazione dei rifiuti. In questo caso viene analizzata la percentuale di scarti che vengono trattati tramite raccolta differenziata. Le performance peggiori sono evidentemente appannaggio delle città del Sud. Reggio Calabria, con l'8,3%, è quella più indietro. Poco più avanti ci sono Messina (8,4%) e Palermo (9,2%). Sono le uniche tre aree sotto il dieci per cento. Piuttosto male vanno anche Catania (18,3%) e Bari (20,7%). Per trovare città del Centro e del Nord bisogna arrivare a Roma, che si colloca a centro classifica con il 27,7 per cento, mentre Genova fa poco meglio (32,6%). Chi ha poco da migliorare sono le città metropolitane, che sfondano la soglia del 50% di differenziata: si tratta di Venezia (56,3%), Torino (51,9%), Cagliari (50,5%), Milano (50,4%).

Sul fronte delle infrastrutture idriche, il parametro considerato è la percentuale di acqua erogata dai rubinetti, rispetto a quella immessa in rete: è un parametro che consente di misurare lo stato di salute dei tubi. Il caso peggiore è quello di Bari, dove arriva a destinazione meno della metà (49%) dell'acqua immessa in rete. Palermo e Cagliari fanno comunque piuttosto male, collocandosi rispettivamente al 59,3% e al 53,7%. Mentre la grande maggioranza delle città metropolitane italiane si colloca in una forbice (non eccezionale) compresa tra il 60 e il 70 per cento. Si segnalano tre casi positivi, tutti al Nord: Milano (83,5%), Venezia (81%) e Bologna (77,4%).

Per misurare l'efficienza dei servizi di trasporti, si utilizza il parametro dei posti-km per abitante: si tratta di una grandezza che, in sostanza, misura il numero complessivo di posti offerti all'utente nell'arco dell'anno. Anche in questo caso si va molto male al Sud: Messina è a quota 764 e Reggio Calabria si ferma a 1953. Poco più su ci sono Palermo (2232), Bari (3242) e Catania (3281). Non fanno molto bene nemmeno Napoli (3310), ma anche Bologna (4029), Genova (4861) e Firenze (5942). La prima piazza spetta a Milano (14353), seguita da Venezia (11643) e, a sorpresa, Cagliari (8675).

Capitolo banda larga. Qui si propone la consueta dinamica, con le città del Sud più indietro, se consideriamo il parametro della percentuale di famiglie servite da connessioni ad alta velocità. Tenendo il livello del 50% come riferimento, però, va sottolineato che anche molte città del Nord sono ancora piuttosto indietro: Venezia è al 48,1%, Torino al 46,1%, Genova al 45,7%, appena sopra Napoli (43,9%) e Bari (42,6%). Altro dato che risalta è che, in questo caso, non ci sono picchi particolari: le prime della classe sono Milano e Roma, intorno al 53%. Segno che investimenti in questo settore sono necessari in tutto il paese.

Infine, la ricerca considera anche le case servite dalla tecnologia efficiente del teleriscaldamento. Nelle città considerate questo tipo di servizio è praticamente inesistente, con poche eccezioni. La più rilevante è Torino, che ha il record di 58,3 m3 per abitante coperti da teleriscaldamento. Dietro ci sono Bologna, con 22,2 metri cubi, e Milano, con 15,3 metri cubi per abitante. Qualcosa si trova anche a Genova e a Roma. Mentre in tutti gli altri casi il teleriscaldamento è praticamente inesistente.