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Autostrade, no dell’Antitrust alle proroghe – Ance: sottratti al mercato 1,5 miliardi

Forte attacco dell'Antitrust e dell'Ance, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera, sulle norme dello Sblocca Italia che consentono entro fine anno accorpamenti e proroghe delle concessioni autostradali vigenti, e a quelle del Codice appalti che consentono alle stesse concessionarie di realizzare in house, senza gara, fino al 40% dei lavori («Questa norma – ha detto il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti – ha sottratto negli ultimi anni al mercato 1,5 miliardi di euro all'anno di appalti di lavori»).

L'ARTICOLO 5 DELLO SBLOCCA ITALIA (PROROGHE AUTOSTRADALI)
Nonostante le modifiche introdotte in sede di conversione -ha sostenuto il presidente dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, Giovanni Pitruzzella, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera – l'articolo 5 dello Sblocca Italia (decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito con la legge 11 novembre 2014, n. 164) «mantiene invariato il vecchio impianto, basato su un meccanismo di proroga implicita delle concessioni vigenti o già scadute, per le quali si presenta una proposta di modifica del rapporto concessorio (anche mediante l'unificazione di tratte interconnesse, contigue o complementari tra loro)». Pertanto «l'Autorità conferma le proprie perplessità sulla previsione normativa di un regime di proroga implicita delle concessioni».

La critica di Pitruzzella segue quella nei mesi scorsi del presidente dell'Anac Raffaele Cantone, e oltre che su motivazioni legate alla concorrenza (proroga invece di gara per le concessioni scadute), si basa su motivazioni funzionali: il presidente ritiene cioè infondato il presupposto politico stesso di quella norma, voluta dall'allora ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, e cioè che per realizzare una serie di investimenti previsti dalle società concessionarie, per oltre 10 miliardi di euro, l'unica strada possibile – vista la scadenza ravvicinata della concessione o la ristrettezza della rete in gestione, l'unico modo sono gli accorpamenti (nel caso del Gruppo Gavio) e le proroghe (per tutti). Secondo Pitruzzella, infatti, le proroghe «non sono uno strumento idoneo a soddisfare l'esigenza, ad esso sottesa, di garantire gli investimenti. Obiettivo quest'ultimo più efficacemente perseguibile mediante procedure competitive di assegnazione delle concessioni».

IL NODO DEGLI AFFIDAMENTI IN HOUSE DEI LAVORI
Il presidente Pitruzzella ha inoltre implicitamente criticato l'attuale normativa che consente alle concessionarie di realizzare fino al 40% dei lavori tramite società in house, senza gara. «L'obbligo di affidamento con gara – ha detto sempre in audizione – attualmente previsto (nell'articolo 5 dello Sblocca Italia, ndr) per i lavori ulteriori rispetto a quelli contemplati nella convenzione, andrebbe, infine, esteso a tutti i lavori. Ciò in quanto gli attuali concessionari autostradali sono tutti affidatari diretti del titolo concessorio (oltre che beneficiari in qualche caso di proroghe dello stesso). In tal modo, si adotterebbe una soluzione conforme all'ordinamento europeo, che eviterebbe di replicare gli effetti della chiusura alla concorrenza del mercato a monte anche nei mercati ad esso collegati».

LE CRITICHE DELL'ANCE
La quasi totali delle concessionarie autostradali italiane (escluse le nuove tratte affidate con project financing, come Brebemi, Tem, Pedemontana Lombarda, Asti-Cuneo) non rispetta le normative comunitarie in materia di concorrenza: né "a monte", perché le concessioni sono state affidate senza gara, né "a valle", perchè l'obbligo di affidare a terzi con gara i lavori riguarda solo il 60% degli importi. «È dunque necessaria – ha detto il presidente Buzzetti – l'apertura alla concorrenza degli affidamenti dei lavori a terzi».

I NUMERI DELL'ANCE
Nel periodo 2009-2014 (dal 2009 è ritornato possibile affidare una quota dei lavori in house) – ha detto Buzzetti – le concessionarie autostradali private hanno affidato lavori in house (cioè a società a loro collegate) per almeno 1,5 miliardi di euro, determinando contestualmente un forte calo dell'importo dei lavori messi in gara». Si tratta di elaborazioni dell'Ufficio studi Ance su dati ricavati dai bilanci delle concessionarie.

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