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Autostrada A21, gli italo-spagnoli di SIS sfidano Gavio per la concessione

Ripartita nel novembre scorso dopo due anni di sospensione (grazie anche all'accelerazione dello Sblocca Italia, articolo 5 comma 4, che ha approvato senza passare dal Cipe lo schema di convenzione), la gara per la concessione della A21 Piacenza-Brescia è arrivata al rush finale. Due le offerte arrivate sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture (che gestisce la procedura dopo il subentro ad Anas, alla fine del 2012, per tutte le attività di ente concedente di autostrade nazionali), dopo le quattro lettere di invito inviate il 10 novembre scorso alle altrettante imprese prequalificate.

Una delle due offerte è della Satap del Gruppo Gavio, offerta in qualche modo scontata perché gli 88,6 chilometri della A21 Piacenza-Brescia sono la prosecuzione, senza interruzioni, della A21 Torino-Piacenza.

Meno scontata l'altra offerta arrivata al Mit alla scadenza del 5 febbraio, quella del Consorzio stabile Sis, consolidata alleanza italo-spagnola nata su spinta del colosso iberico Sacyr y Vallermoso (grande impresa impegnata – ad esempio – con Salini Impregilo per il nuovo canale di Panama) e oggi controllata al 51% dal gruppo Fininc di Torino (tramite la società di costruzioni Inc spa e la società di ingegneria Sipa Spa), contro il 49% di Sacyr.

Il Consorzio Sis è stato impegnato finora in Italia nella costruzione di infrastrutture, come il macrolotto 2 della Salerno-Reggio Calabria, l'alta velocità Torino-Milano, il nodo ferroviario di Palermo, e sta lavorando alla realizzazione della Pedemontana veneta come concessionario di costruzione e gestione, opera che però è ancora lontana dall'apertura al traffico, anche parziale. In materia di gestione autostradale, dunque, Sis non può ancora vantare esperienze e qualifiche, che dunque nel caso della A21 sono arrivate da Sacyr, un colosso anche nel campo delle concessioni autostradali.

«Per noi è un po' un salto nel buio – ammette Matterino Dogliani, presidente e amministratore della capogruppo Fininc e Ad del Consorzio Sis – anche perché sapevamo che avremmo avuto contro Satap, che vista la tratta messa in gara (continuazione della Torino-Piacenza) partono sicuramente avvantaggiati». Il Gruppo Gavio è fra l'altro un colosso da 990 milioni nel settore autostrade-costruzioni (fatturato consolidato Astm 2013), mentre il gruppo Fininc si è fernato, sempre nel 2013, a 190 milioni: «il giro d'affari nel 2014 sarà in linea con i dati 2013», anticipa Dogliani.

La gara per la A21, come si diceva, è stata lanciata dall'Anas nel giugno 2012, con un bando che poneva a base di selezione la realizzazione di investimenti per 683 milioni di euro, di cui 260 milioni di indennizzo da versare al precedente concessionario Centropadane (la concessione è scaduta il 30 settembre 2011, e da allora procede in regime di prorogazio) come quota di investimenti non ammortizzati (valore di subentro), e 423 milioni di investimenti veri e propri. Tra questi ultimi ci sono 60 milioni per manutenzione straordinaria e 383 per la prosecuzione degli investimenti previsti dalla convenzione unica del 7 novembre 2007 e interrotti da Centropadane dopo la scadenza della concessione. Spicca tra questi ultimi, in particolare, il raccordo Ospitaletti-Montichiari, 95 milioni, la tangenziale sud di Brescia che dovrebbe svolgere un ruolo chiave per la connessione su Brescia della Brebemi, e la cui mancata realizzazione entro il 2014 – a causa del rinvio delle gara per la concessione – sta causando gravi problemi all'accessibilità della nuova Milano-Brescia.

I requisiti e parametri chiesti dal bando del 2012 sono rimasti gli stessi anche nelle lettere invito del 10 novembre scorso, con l'importante novità, però, che i 260 milioni di subentro a Centropadane devono essere versati tutti entro 60 giorni dalla firma del contratto, mentre prima non si diceva nulla in fase di bando. Su questa prescrizione ha pesato senza dubbio il contenzioso aperto da Centropadane contro il Ministero, con la richiesta di "pagare subito" il valore di subentro, visto che l'atto aggiuntivo 1° agosto 2012 (per la gestione provvisoria per due anni) imponeva di pagare tale valore entro il 1° agosto 2014. Scadenza seguita poi da ordinanza del Tribunale di Roma del settembre scorso che imponeva al MIT di pagare subito 244 milioni di euro.