Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Anas, il saluto di Ciucci

“Lascio un’azienda moderna, con i conti in ordine e un bilancio risanato, che ha ritrovato orgoglio ed efficienza”.

“L'Anas che lascio è diventata, grazie al lavoro e al contributo di tutti voi, un’azienda moderna, con una serie articolata di società partecipate, operanti in Italia e all’estero; i conti in ordine e un bilancio risanato e sostenibile, che si chiude in utile dal 2008 e lo scorso anno si è aggiudicato per la prima volta l'Oscar della trasparenza; entrate certe e definite, in grado di coprire le spese di gestione; un sistema di qualità certificato; un avanzato sistema di trasparenza e di auditing interno; spese per consulenza tagliate a zero”. E’ quanto scrive il presidente uscente dell’Anas Pietro Ciucci in una lettera al personale, pubblicata sull’house organ aziendale, a seguito dell’Assemblea degli azionisti, che ha approvato il Bilancio 2014, e in vista dell’imminente nomina del nuovo Cda. Il bilancio dell`esercizio 2014 di Anas S.p.A ha registrato un utile di 17,6 milioni di euro, distribuiti integralmente, al netto dell`accantonamento a riserva legale, all`Azionista Ministero dell`Economia e delle Finanze. “A partire dall’esercizio 2009 – ha spiegato Ciucci – Anas ha distribuito, senza interruzioni e fino ad oggi, un dividendo al Ministero Azionista per circa 50 milioni di euro complessivi, a cui si aggiungono gli importi versati al Ministero dell’Economia e delle Finanze, in attuazione dei provvedimenti in materia di spending review, per un importo complessivo di 15 milioni di euro”.

“Quando sono arrivato in via Monzambano nel 2006 – ricorda Pietro Ciucci -, l'Anas era una società per azioni solo ‘sulla carta intestata’, come dissi all’epoca con una battuta, con i conti in rosso e una perdita annua di mezzo miliardo di euro nel bilancio e con una governance in forte crisi. Le criticità che bisognava affrontare erano molte: il forte rallentamento delle attività e il blocco delle nuove iniziative, avuto riguardo sia alle nuove costruzioni e sia alla manutenzione ordinaria e straordinaria; i gravi ritardi nei pagamenti alle imprese; la totale dipendenza economico-finanziaria dal bilancio dello Stato per l’intero fabbisogno aziendale; lo stallo delle attività di carattere amministrativo; l’inadeguatezza del sistema dei controlli”.

Nei nove anni di sua presidenza, sottolinea Ciucci, l’Anas “ha ritrovato orgoglio ed efficienza, tornando ad essere la prima stazione appaltante del Paese, con ben 5.500 bandi di gara pubblicati, come certificato dal Cresme; avviando oltre 200 nuovi lavori che hanno comportato un impegno complessivo di 13 miliardi di euro (cui vanno aggiunti 2 miliardi di euro di investimenti realizzati attraverso Quadrilatero Umbria Marche); dotandosi di una struttura di progettazione che ci è invidiata da tutti e di un portafoglio progetti di 134 interventi per un importo complessivo di circa 14 miliardi di euro; sbloccando tutti i cantieri fermi; accelerando i lavori ed aprendo al traffico oltre 1.500 km di nuove strade e autostrade (260 km sulla sola Salerno-Reggio Calabria), con investimenti complessivi per 16 miliardi di euro; spendendo per infrastrutture viarie 19 miliardi di euro”.

Ciucci menziona anche il piano di “manutenzione della rete, dopo anni di scarsità di risorse assegnate dallo Stato” e la realizzazione di “un sistema di gestione della stessa capillare ed efficace, al servizio degli utenti, con una moderna Sala Operativa Nazionale collegata in tempo reale con le sale compartimentali, con gli addetti su strada e con la direzione di comunicazione, in modo da intervenire tempestivamente in caso di bisogno e di informare i cittadini sugli eventi relativi alla viabilità, con modalità innovative come le app e la web tv e radio”.

Il presidente uscente Ciucci sottolinea poi che “gli importanti risultati ottenuti in questi anni, che hanno ricevuto apprezzamenti da parte dei Ministeri di riferimento in sede di approvazione dei bilanci annuali, nonché da parte dei Magistrati della Corte dei Conti che si sono succeduti nell’attività di controllo sulla gestione dell’Anas, sono merito di tutti quanti voi e a mio avviso non possono essere oscurati dalla congiuntura degli ultimi mesi, che ha visto concentrarsi nel lasso di poco tempo alcuni episodi negativi, in larga misura dovuti alla vetustà della nostra rete, caratterizzata dalla presenza di 11 mila viadotti e 2 mila gallerie quasi tutti costruiti 40-50 anni fa, nonché a motivi esterni come il dissesto idrogeologico e l'imperizia di alcune imprese. Eventi negativi per i quali l’Anas si è comunque assunta le proprie responsabilità ma che sono stati amplificati a dismisura dai media”.

Ciucci lancia anche alcune proposte per il settore delle infrastrutture. “Il mio auspicio – scrive – è che il Governo prosegua con determinazione sulla strada intrapresa nell’ultimo biennio di finanziare in modo consistente il programma di manutenzione della rete e gli investimenti in infrastrutture, e assieme al Parlamento porti a compimento quanto prima possibile la riforma del codice degli appalti, con la semplificazione delle regole, e la rivisitazione della Legge Obiettivo e della figura del Contraente generale”.

La parte centrale della lettera è dedicata al futuro dell’Anas. Secondo Ciucci, “per consentire all’Anas di completare il percorso di progressivo avvicinamento al mercato – avviato con la trasformazione in società per azioni e proseguito negli anni successivi attraverso una pluralità di azioni per rendere la struttura efficiente – appaiono prioritari, anche prescindendo dalla successiva fase di apertura del capitale a privati, da un lato, la definizione di regole certe in ordine al funzionamento e al finanziamento della società, con ricavi stabili e risorse per investimenti da stanziare ed erogare in tutto o in parte con regolarità da parte dello Stato, e dall’altro, il superamento dell’attuale soggezione dell’Anas alle recenti norme, non soltanto in materia di spending review, pensate con specifico riferimento alle Pubbliche Amministrazioni in senso stretto e che non tengono in debita considerazione l’autonomia gestionale propria delle società per azioni”.

Quindi “non si può ritenere efficace imporre all’Anas, società per azioni, ‘un abito’ disegnato per la Pubblica Amministrazione tradizionale tentando di adattarlo, con continue riparazioni a posteriori, alle specifiche esigenze e peculiarità della Società, perché tale approccio finisce inevitabilmente con determinare incertezze interpretative e problematiche di carattere operativo e gestionale”.

Infine, la motivazione della sua scelta di dimettersi: “Un ciclo si è chiuso – conclude Ciucci -. Già da qualche tempo avevo in animo di rimettere l'incarico, avendo concluso la missione affidatami e avvertendo l’opportunità di un ricambio al vertice dopo un lungo periodo di impegno. Al nuovo Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, in occasione del primo incontro, ho rinnovato tale intenzione, in segno di rispetto istituzionale verso la sua figura ma soprattutto per favorire l'individuazione di una nuova governance dell'Anas. Un momento di fisiologica discontinuità per proseguire nel percorso di crescita”.

L’ultimo messaggio è per il personale Anas: “Sono certo che il nuovo management che verrà designato dall'Assemblea degli Azionisti apprezzerà le vostre professionalità e saprà ulteriormente valorizzarle”.