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Alfano: contro i pirati della strada, omicidio stradale ed ergastolo della patente

Il Governo vuole accelerare sull'approvazione del reato di omicidio stradale. Sono anni che si continua a parlare dell’introduzione dell’omicidio stradale nell’irresponsabilità di un attimo causa 3mila morti l’anno. Troppe vittime, troppe vite spezzate, troppe famiglie nel dolore. «Ora basta: omicidio stradale, anche con pene molto alte, ed ergastolo della patente.

Mai più al volante chi ha guidato in certe condizioni», ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, intervistato dal Tg5, nel giorno in cui le associazioni delle vittime degli incidenti stradali protestano in varie città italiane per chiedere al governo un'accelerazione sull'introduzione del reato di omicidio stradale. La nuova legge, ha spiegato il titolare del Viminale, prevede in particolare il «rafforzamento della punibilità di chi guida in certe condizioni», ma anche di «costruire una fattispecie nuova e autonoma che abbia una maggiore capacità sanzionatoria e un maggiore impatto dal punto di vista della deterrenza, per indurre chi è al volante ad avere un maggiore timore della pena».

Chi commette un omicidio stradale deve sapere che incorre in «conseguenze pesanti», ha affermato Rodolfo Sabelli, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, ospite di `Coffee Break´ su La7. «Se commetto un omicidio stradale da ubriaco – ha spiegato – già dopo 24 ore non è più possibile accertare se ero o non ero ubriaco. Ma se so che dopo aver provocato un incidente fuggo e per questo avrò conseguenze pesanti allora prima di scappare ci penso molte volte». «Meglio tardi che mai», è stato il commento del presidente della Regione Luca Zaia alle parole di Alfano. «Basta chiacchiere: prevedere l'omicidio stradale nel codice penale. Solidarietà alle associazioni e alle famiglie delle vittime che si battono da anni», ha scritto su Twitter il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Intanto proseguono i lavori in commissione Giustizia al Senato, dove il relatore Giuseppe Cucca (Pd) ha elaborato un testo base che unifica tutti i disegni di legge sul tema che erano all’attenzione di Palazzo Madama dallo scorso 17 giugno. Arrivano due nuovi reati da inserire nel Codice penale per punire i pirati della strada: l'omicidio stradale e le lesioni personali stradali. Il testo sarà ora la base per la presentazione degli emendamenti (il termine è fissato a martedì 21 aprile alle ore 18). Il testo arriverà presto in Aula, visto che il gruppo del Pd ha chiesto che si acceleri con l'esame degli emendamenti e del testo che, per quanto complesso, deve dare una risposta a un dramma che si consuma oggi per le strade. Tra i punti da rivedere ci sono le soglie per l'alcol e quelle per le sostanze psicoattive. Non è stata presa in considerazione l'eventuale revoca della patente «proprio per sveltire l'iter del provvedimento – spiega il relatore Giuseppe Cucca (Pd) – questa misura è all'esame della commissione Lavori Pubblici dove si tratta la riforma del codice della strada».

Il delitto di omicidio stradale sarà attuato con l'introduzione dell'articolo 589 bis nel codice penale. Il nuovo testo recita così: «Chiunque ponendosi alla guida di un autoveicolo o di un motoveicolo o di altro mezzo meccanico in stato di ebbrezza alcoolica o di alterazione psico-fisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope cagiona per colpa la morte di una persona, è punito con la reclusione da otto a dodici anni». Per le lesioni personali stradali, dalle quali derivi una malattia, con una modifica all’articolo 590 bis del Codice penale, viene previsto, nei casi in cui l'incidente sia provocato da guida in stato di ubriachezza o di alterazioni conseguenti all'assunzione di droghe o altre sostanze psicotrope, il carcere da uno a quattro anni. Pene più severe sono previste anche per la guida non in stato di alterazione ma comunque a una velocità doppia di quella consentita: per l'omicidio stradale carcere da sei a nove anni; per le lesioni personali stradali pena da sei mesi a due anni.